Siamo quindi giunti all’analisi dell’aspetto che ritengo meglio si presti all’introduzione del Banking 2.0, ovvero i processi operativi.
In questo caso, sono molti gli ambiti in cui è possibile ipotizzare l’uso di tecnologie tipiche del web 2.0, o meglio ancora nei quali trascurare l’innovazione introdotta dal nuovo approccio al web può rappresentare un “minus” nei confronti di competitor più intraprendenti. Perchè è infatti bene notare che il web 2.0 è si un'opportunità, ma ha introdotto nel mercato anche la necessità di tener conto dell'innovazione introdotta.
Connesse alle tematiche citate possiamo citare a titolo esemplificativo:
-Comunicazione, ovvero web scanning a fini di monitoraggio della percezione del brand e della comunicazione
-Relazioni, la social networking analysis e la scoperta delle vie di diffusione delle informazioni.
-Marketing, ovvero la sentiment analysis attraverso ciò che gli utenti dicono o l'identificazione delle necessità degli utenti finalizzata a strategie di event based marketing(EBM) e Real Time Business Intelligence
-Analisi del Mercato, mediante tecniche di competitive intelligence web based
-Produzione, il coinvolgimento degli utenti nella definizione dei requirements di prodotto e verifica delle aspettative.
-Risorse Umane, miglioramento dei processi lavorativi interni attraverso piattaforme che abilitino meglio le capacità collaborative ed il knowledge sharing
Osserviamo che si tratta di funzioni di intelligence più che di proposizione, come sostiene l’IDC Consulting Director, Gianni Soreca: “Sono più che altro i concetti stessi di organizzazione e gestione della conoscenza che possono fungere da architrave per la creazione di dinamiche d'interazione "a la Web 2.0". Che, sottolineo ancora una volta, non è assolutamente una tecnologia o un'architettura tecnologica, ma un approccio concettuale, una "filosofia" d'interazione tra parti. Far entrare in un'azienda il concetto di "rete sociale" significa essere disposti, in termini di management, a lasciare per strada il "controllo" dell'organizzazione e, invece, assumerne l'osservazione”.
A questo punto mi occorre fare un breve excursus a ritroso, parlando di alcune caratteristiche del web 2.0, che sono probabilmente note ai più, ma credo che sia utile presentare per rendere più organica la presentazione.
Premessa: il contesto 2.0
Gli ultimi due anni hanno consolidato quella che può essere intesa come la principale caratteristica del web odierno:
- Internet, la rete, intesa come new media di comunicazione.
Si è passati dall’interpretare la Rete da luogo per la generazione di fantastiche opportunità di business (spessissimo non realizzatesi) a spazio di comunicazione innovativo rispetto a quelli tradizionali a cui eravamo abituati: televisione, radio e carta stampata.
Ma da dove deriva “l’innovatività” del new media? Essenzialmente dal rovesciamento del paradigma broadcasting dei suoi illustri predecessori, si passa dalla comunicazione uno a molti, controllata “dall’uno” attraverso le scelte editoriali del suo giornale/televisione, ad una comunicazione bilaterale, molti a molti, dove la caratteristica principale è appunto la possibilità dell’individuo da un lato di cercare l’informazione che ritiene più credibile, ma dall’altra anche di partecipare al processo di generazione della nuova informazione: gli ormai noti user generated contents.
L’affermarsi di questo nuovo paradigma ha prodotto una variazione significativa che ha due caratteristiche principali:
-Lo sviluppo di informazione non tradizionale, prodotta dalla caratteristica “contributiva” del web
-L’aumento esponenziale dell’informazione stessa, e quindi del conseguente “rumore” di fondo che impedisce di distinguere tra informazione utile e non
Il Web: Media e Dominio.
Al contempo il media però è “mezzo” e “contenuto”, infatti attraverso la Rete raggiungo utenti diversi, ma anche i miei comportamenti in Rete ed i contenuti che propongo, o ricerco, diventano un potenziale campo di osservazione.
Per un’azienda è questa la novità essenziale, la capacità di osservare il proprio target di utenti e reagire in real time ai loro comportamenti, un’azione preclusa dai media tradizionali che fanno leva sul meccanismo brodacasting e sono "mezzo puro", disgiunto dalla platea cui si rivolgono.
Qualcuno obietterà che internet è ancora solo una parte dei mercato, ma come fa notare Gartner a riguardo della “comsumerizzazione”, quando ai "Migrantes", i nati nell’era pre diffusione del web, si aggiungeranno i "Natives", le generazioni cresciute con la tecnologia, la forbice si ridurrà di colpo.
Leggi gli altri paragrafi....
1 - Contesto tecnologico generale
2 - La tecnologia ed il credito “social”di Zopa
3 - Il marketing nei blog
4 - Non solo Zopa, Boober e la banca dei poveri
5 - La prudenza delle Banche
6 - Esperienze utente, IWbank, BNL e Second Life
7 - Uso operativo: contesto, intelligence e mercato
8 - Monitoraggio, l'individuazione degli "Influencer"
9 - Monitoraggio e Social Network Analysis
10- Il web 2.0 e l’organizzazione interna
11- La comunità di pratica
12- Un esercizio di web 2.0 per le banche (coming soon)
Argomenti correlati:
-Intervista a Gianni Soreca IDC Consulting Director
-Focus su Zopa
-Focus su Boober, Intervista a Manolo Maffeis
-La percezione della comunicazione, R.Taverna
-Dati Abi 2007
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