Saturday, December 15, 2012

15.12.1969 muore Pinelli a Milano. Riflessioni sul patrimonio digitale on line in un giorno di ricerche sul buio 1969

La ricchezza di fonti di informazione in rete è un fatto ovviamente consolidato, un po' meno la ricchezza di documenti storici in digitale, sulla cui disponibilità pesa il costo di trasformazione degli oggetti fisici in digitali. Negli ultimi anni però si è assistito a un aumento, in termini numerici e qualitativi, nella loro pubblicazione on line, accompagnato anche da tentativi di avvicinare le persone mediante sistemi di comunicazione più adeguati al nostro tempo, cosi come l'operazione dell'Archivio Luce e AAMOD su YouTube.

In questo caso non si è trattato di un aumento dei materiali on line, perchè già disponibili da anni sul portale, ma la scelta di portarli sul più grande archivio audiovisivo moderno è certamente un'operazione di contaminazione degna di attenzione, focalizzata sul tentativo di "aprire" ulteriormente il patrimonio culturale a un pubblico meno specializzato.

Analogamente possiamo trovare in rete l'Archivio della Stampa e dell'Unità o gli archivi "per non dimenticare", quello della Camera dei Deputati e tanto altro, tutte preziose fonti di informazione sulla nostra storia recente. In generale oggi assistiamo a un tentativo di condividere queste informazioni con la comunità, utilizzando, non più solo ricchi portali web ma anche strumenti moderni come i Linked Open Data, in controtendenza rispetto a un passato, anche recente, nel quale questa era considerata materia per i soli esperti del settore.


Di seguito ho inserito un articolo ho già pubblicato su regesta.com e che da un senso tangibile a quanto scritto in precedenza, una breve storia del 1969 arricchita da documenti originali tratti da numerose fonti. Da notare l'impegno di uomini dello spettacolo come Petri e Pasolini sui temi politici del tempo.

Il ricordo di Piazza Fontana e del lungo 1969

 

Da tempo si parla del 12.12.12, giorno in cui avremmo tutti quanti dovuto assistere al realizzarsi un funesto presagio di troppi secoli fa. Un caso mediatico al quale preferiamo una giornata della memoria, quella che riguarda uno degli episodi più bui della nostra vita recente, la bomba di piazza Fontana a Milano, alla Banca Nazionale dell'Agricoltura ricordata in "un minuto di storia" di Gianni Bisiach, reso disponibile dal tg1 su YouTube
   

Ripercorriamo quindi i principali fatti di quel 1969, partendo principalmente dai documenti visivi conservati nell'Archivio Storico Luce, disponibili da tempo alla consultazione on line. Piazza Fontana è al tempo stesso un apice e un inizio, il culmine della tensione crescente di un caldissimo 1969 e l'incedere delle più dura stagione di terrore, dolore e depistaggi della nostra Repubblica. Morirono 17 persone, di cui tre nei giorni successivi, ma quella striscia di dolore include anche il commissario Calabresi (per il cui omicidio vennero condannati anni dopo i vertici di Lotta Continua) che la notte del 15 dicembre interrogò uno dei primi sospettati, risultato poi innocente, Giuseppe Pinelli, finito giù da una finestra proprio quella notte in questura. Pinelli morì e altre morti sospette seguirono negli anni fino alla strage della questura di via Fatebenefratelli nel 1973, proprio in occasione di una commemorazione del commissario Calabresi.

Il regista Elio Petri realizzò un documentario per raccontare le ipotesi sulla morte di Pinelli in questura, si riconoscono, giovanissimi Gian Maria Volontè, Renzo Montagnani e Luigi Diberti.

Se però la storia successiva, pur non chiara a causa dei depistaggi che l'hanno sepolta, è conosciuta ai più, nella memoria collettiva rimane un po' meno dei fatti del 1969 che l'hanno preceduta e che in qualche modo l' hanno determinata.

In questo filmato dell''Archivio Luce si parla sia del suicidio di Jan Palach (19 gennaio 1962) e della primavera di Praga, così dilaniante per la sinistra italiana, sia dell'elezione del controverso Nixon alla Casa Bianca (unico presidente Usa dimessosi per uno scandalo, il Watergate). In quell'anno Almirante va a dirigere l' MSI-DN. In Grecia c'è una giunta militare, quella dei "colonnelli" e nel crescente clima da guerra fredda l'Italia rappresenta la terra di confine tra i due blocchi, si succedono eventi che nascono dalla contrapposizione giovanile o dal torbido rimestare di molti servizi segreti. La rete Gladio era già attiva dal 1964, ma fu riconosciuta pubblicamente dopo molte reticenze dal Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, solo nell'ottobre del 1990, inoltre la Commissione Stragi ipotizzò la nascita di strutture simili fin dal primo dopoguerra.
Il 27 febbraio, mentre Roma è scossa per le proteste per la visita di Nixon, studenti di destra irrompono nella facoltà di Magistero e nel tentativo di fuga muore uno studente di 23 anni, Domenico Congedo , il 31 marzo si insedia la Commissione Parlamentare che dovrà indagare sul piano Solo del 1964 e sulle schedature SIFAR mentre il 9 aprile a Battipaglia, durante uno sciopero generale, la polizia, intervenendo pesantemente come qualche mese prima ad Avola, carica e spara. Muoiono un ragazzo di 19 anni, Carmine Citro, colpito alla testa e una professoressa, Teresa Ricciardi raggiunta da una pallottola in dotazione alle forze dell'ordine, al terzo piano della propria abitazione.

Il fotografo Elio Caroccia, che compare nel video che segue, viene picchiato dalla polizia mentre riprende gli scontri. Rimarrà colpito per sempre da quell'esperienza. La protesta diventa una vera e propria insurrezione popolare e la polizia deve abbandonare la città. Le indagini successive coinvolgono un centinaio di persone nei fatti della rivolta ma nessuno viene indagato per la morte di Citro e della Ricciardi. Il giornali più conservatori bollano la protesta come eversiva, l'ufficio propaganda del PCI produce un documentario, ripreso e ampliato nel 70, per raccontare il disagio popolare.
Colpisce la composta commozione della sorella di Carmine Citro nel ricordare la morte del fratello, tipografo occupato, in difesa del lavoro dei suoi coetanei meno fortunati.
Alla Camera dei Deputati un commosso presidente dell'assemblea, Sandro Pertini ricorda i morti di Battipaglia ma il dibattito si trasforma in uno scontro tra le tesi del governo, che con il ministro Restivo difende l'operato della polizia, i deputati del centro destra che evocano i fantasmi della rivoluzione e la sinistra che chiede con forza che la polizia non usi più le armi nel corso di manifestazioni di piazza. Presidente del Consiglio è Mariano Rumor, coinvolto (e prosciolto) anni dopo nello scandalo Lockheed, intervengono nel dibattito tra gli altri Almirante, Andreotti, Avolio, Covelli, Ferri, Guarra, Malagodi, Pajetta, Scalfari, Donat Cattin e D'Alema.

Battipaglia è una città atipica del sud, nata solo nel 1929, in ossequio alla politica di ruralizzazione del duce, per popolare la piana del Sele in fase di bonifica. Viene distrutta dai bombardamenti durante lo sbarco alleato nel golfo di Salerno ma conosce un poderoso sviluppo nel dopoguerra. Nel 1969 la ventilata chiusura di molte fabbriche scatena la rabbia popolare.

Battipaglia è lontana dalle tensioni delle metropoli come Roma e Milano e ancora oggi le testimonianze raccontano di una rivolta popolare che allontanò spontaneamente politici, giornalisti e provocatori. Eppure uno scrittore anarchico inglese, Stuart Christie, in un suo saggio sul terrorismo nero, racconta (pag 28) che il giorno prima l'agenzia OP di Pecorelli avrebbe previsto disordini molto seri a Battipaglia (come purtroppo accadde) e annunciato la presenza di numerosi attivisti di Avanguardia Nazionale.

Pecorelli era un giornalista con informazioni di prima mano dei "servizi" e non parlava a caso, ragion per cui era seguito e temuto negli ambienti politici. Per il suo omicidio 10 anni dopo, il 20 marzo 1979 alla Corte di Assise di Perugia ci saranno condanne importanti, come quella del senatore Andreotti, annullate successivamente dalla Corte di Cassazione. La nota di OP  potrebbe far pensare che un pezzo della strategia della tensione che ha insanguinato il nostro paese sia passato anche per le strade e le piazze di Battipaglia.

Oggi su Facebook un gruppo raccoglie materiali e informazioni su quelle giornate e questo, a mio avviso, rappresenta un nuovo modo di raccogliere la memoria popolare.

Se nulla è confermato a riguardo di trame oscure è certo però che quei fatti diedero il via a una stagione di manifestazioni, nelle quali forte fu la contrapposizione con la polizia, e di attentati come quelli alla Fiera di Milano, a diverse stazione e treni, con il tragico epilogo di due ragazzi di 22 anni morti il 27 ottobre e il 19 novembre. A Pisa Cesare Pardini viene colpito al petto probabilmente da un candelotto lacrimogeno, a Milano l'agente Antonio Annarumma perde la vita a bordo della sua jeep per un colpo al cranio. Anche in questo caso alla versione ufficiale che parlava di tubi innocenti lanciati dai dimostranti si contrappose una versione che faceva ricadere sull'urto della jeep la causa della morte. Non venne identificato alcun responsabile.

Il 12.12.69 la strage per la quale non esistono colpevoli.

Altri documenti 
 

Thursday, December 6, 2012

Il primo Open Data Day italiano a febbraio

Ieri a Bologna si è tenuto il primo incontro preparatorio per il primo Open Data Day italiano, in previsione per  febbraio, ovviamente in concomitanza con la giornata internazionale dedicata agli Open Data.

L'incontro promosso (anche attraverso un sito ad hoc), dall’Associazione Stati Generali dell’Innovazione e regesta.exe aveva l'obiettivo di organizzare un confronto tra tutti i soggetti, pubblici e privati, che hanno finora lavorato in Italia su Open Data e Linked Open Data per intraprendere un’iniziativa dal basso a sostegno degli Open Data e delle attività avviate dall’Agenzia per l’Italia digitale in questo settore.

L'adesione è stata più che ampia e coinvolgente, con interessanti e vivaci spunti di riflessione, per la cui analisi vi rimando alla cronaca via twitter fatta da stessa regesta oppure seguendo l'hashtag

Quello che mi interessa sottolineare come questo tema stia assumendo sempre più importanza anche nel panorama italiano e, pur senza voler tornare per forza una citazione ormai consueta nel mondo degli Open Data, ovvero quella della battaglia del pioniere di internet e degli Open Data Tim Berners Lee, non possiamo che sottoscrivere la dichiarazione " unlock our data and reframe the way we use it together".

Questa è una svolta troppo importante per ignorarne i benefici ma naturalmente l'innovatività di questo cambiamento non risiede nella capacità tecnologica di adottare un'infrastruttura tecnologica più o meno adeguata, quanto nella volontà dei singoli di "pensare insieme", ovvero nell'adesione reale alla filosofia degli Open Data (...e non nell'inseguire il suo essere oggi un po' di moda!).
  

Saturday, October 27, 2012

Linux Day, ma chi sarà questo Linus Torvald ????

Oggi è il Linux Day, la festa del sistema operativo "libero" più diffuso al mondo.

Per conoscere le iniziative vi consiglio il sito predisposto dalla Italian Linux Society o i tanti post dedicati da importanti magazine on line.

Qui preferisco fare una breve riflessione sul rapporto tra il software libero e l'economia reale. Sarebbe intereressante quantificare i miliardi di euro che istituzioni e aziende di tutto il mondo hanno risparmiato grazie al fatto di avere installato una qualche distribuzione di Linux, riducendo costi ma al tempo stesso dando comunque linfa economica a società tecnologiche per consulenze o sviluppo di nuove funzionalità.

Con minori costi complessivi o al massimo a parità investimento hanno realizzato qualcosa in più, un servizio nuovo per i cittadini o per lavoratori e clienti di una azienda, mi viene in mente la frase di Neal Armstrong allo sbarco sul suolo lunare, "un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità" (That's one small step for [a] man, one giant leap for mankind).

Ma quello che appare una clamorosa anomalia è che oggi pochi saprebbero dire chi è Linus Torvald e ancora meno saprebbero riconoscerlo in una foto, Linus non è il famoso DJ ma il programmatore finlandese che ha promosso la realizzazione di Linux. Richard Stallman è invece un signore dai lunghi capelli e dall'altrettanto lunga barba alle cui idee tutto il movimento Open Source deve rispettosamente molto, compreso il software GNU da cui prese avvio il progetto Linux. Le cose buone fatte da Stallman sono tante ma per questo vi rimando alle sue biografie.


La maggior parte delle persone che non si occupano di informatica (ahimè anche molte di quelle che se ne occupano) costretti a guardare le foto (p.s. quella di Stallman è presa da Wikipedia, grande fonte di conoscenza libera) che ho inserito nel mio post avrebbero un bel punto interrogativo stampato in faccia o guarderebbero Stallman con una certa diffidenza.

Se però inserissi, sotto, anche la foto di Steve Jobs istintivamente stringerebbero nelle mani il loro iPhone 5 da 900 euro a la loro bocca disegnerebbe sul viso un sorriso di compiacimento (p.s. inutile mettere il link alla sua biografia, tutti sanno chi era).

Fama  e riconoscenza per chi ha fatto confluire nelle casse della propria azienda (e sue) miliardi di dollari e perplessità per chi ha contribuito a generare il più importante cambiamento nell'evoluzione del mercato tecnologico con tutte le sue conseguenze positive nel mondo reale.

Lungi da me innescare una contrapposizione tra questi personaggi che hanno tutti contribuito al percorso dell'economia digitale a partire (tutti) dalle rispettive, lecite, aspettative ma desideravo osservare come spesso i riconoscimentio e la fama per una persona sono spesso proporzionali al denaro che un singolo riesce ad accumulare e con il quale, altrettanto spesso, alimenta la propria immagine pubblica.

Nel mio piccolo oggi voglio solo ringraziare due uomini che hanno fatto una cosa straordinaria.

Ha scritto Antoine de Saint-Exupéry "Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito".

Ecco quello che hanno fatto Torvald e Stallman non è solo avere "inventato" un nuovo prodotto ma avere tracciato una strada che milioni di persone stanno seguendo, certamente entrambi non hanno rinunciato ad un giusto compenso per il proprio lavoro ma certamente hanno rinunciato a trarre per se stessi il profitto massimo possibile. A favore di tutti.

Thursday, July 19, 2012

Software per Archivi Storici Digitali: xDams un supporto gratuito

xdams il software italiano appena rilasciato open source ha scelto, in questa prima fase di rilascio, di fornire il massimo supporto ai primi utenti che si avvicinano a xDams OS, per cui è stata attivata l’email supporto_temporaneo [at] xdams.org, attraverso la quale verrà fornita per tutta l’estate assistenza mirata e specifica sul procedimento di installazione. Un'occasione da non perdere per approcciare un software open source con una assistenza qualificata.

I topics più utili ed interessanti verranno pubblicati anche sul Forum.

A breve saranno pubblicati brevi un video tutorial con tutti i passi dell’installazione di xDams e, con deadline da definire, un installer che faciliti questa operazione

www.xdams.org

Thursday, July 12, 2012

xdams, la piattaforma Open Source tutta italiana per la gestione degli archivi multimediali e la valorizzazione dei Beni Culturali


Il dado è tratto, abbiamo rilasciato con licenza Open Source la piattaforma xdams per la gestione di archivi storici multimediali.
“Abbiamo” sta a indicare la società per cui lavoro, regesta.exe, ma più in particolare tutte le persone che da anni collaborano allo sviluppo di questa piattaforma. Si è trattato infatti di una scelta a cui tutti hanno contribuito e verso la quale tutti hanno spinto, il punto di arrivo di un percorso iniziato 10 anni fa e al tempo stesso una nuova partenza.



Cos'è xdmas?

Come dicevo nell’introduzione xdams è un software di catalogazione dei patrimoni storico culturali, archivi storici, fotografici e multimediali in generale. La versione che è stata rilasciata comprende il modello dati dell’archivio storico, codificato secondo EAD, il modulo soggetti produttori e gli authority codificati in EAC-CPF. La caratteristica di questo software è quella di gestire i principali standard nazionali e internazionali per il trattamento di questo tipo di materiali (Isad, Isaar, Fiaf, Scheda F, MAG, Unimarc ecc.) permettendo a tutti coloro i quali utilizzano questo software di lavorare all’interno di un contesto scientificamente riconosciuto a livello internazionale
La scelta principale è stata quella di utilizzare per la persistenza il formato standard per eccellenza di rappresentazione delle informazioni ovvero l’XML, per cui xdams non si serve di un database tradizionale ma di file XML . Tutto ciò permette la massima dinamicità nella configurazione della base dati e soprattutto ne consente una agevole modifica, anche “on fly”.


La roadmap e il servizio di hosting gratuito

Oltre alle prossime versioni con nuove tipologie di archivi e/o con  enhancement tecnologici personalmente aspetto con particolare attenzione la partenza del servizio di hosting  (gratuito di base e a pagamento per livelli più avanzati) che potrà fornire strumenti lavoro a nuove tipologie di utenti e diventare il volano per la creazione di una comunità di esperti, punto di riferimento per lo sviluppo della conoscenza.
Le continue evoluzioni del prodotto hanno avuto quale costante la determinazione di favorire la corretta organizzazione e conservazione delle informazioni e degli oggetti ma anche la predisposizione di una base informativa adeguata alla pubblicazione on line e alla valorizzazione del patrimonio culturale, come avvenuto nel caso dei tanti utenti della piattaforma, Archivio Luce, Camera dei Deputati, IBC Emilia Romagna, Fondazione Feltrinelli e tanti altri.



Obiettivo, condivisione e sviluppo.

Oggi la scelta Open Source rappresenta una nuova fase dell’evoluzione di xdams, il tentativo di allargare la capacità di sviluppo del software ma anche e soprattutto della base dei suoi utilizzatori attraverso un’esperienza di sharing della conoscenze e delle risorse al posto di un modello basato esclusivamente sulla immediata remunerazione dei servizi e dei prodotti.
Speriamo di creare una vera e propria comunità di esperti e sviluppatori che possano collaborare per ottenere il massimo dalla condivisione delle risorse destinate a questo settore. Ci auguriamo poi che questo sia un’ulteriore punto di arrivo per un nuovo rilancio che potrebbe essere l’esportazione di questo modello anche all’estero. L’Italia è il paese con il più grande patrimonio storico al mondo e ci sono le competenze per diventare un punto di riferimento per questo settore.

Wednesday, May 23, 2012

Google e la navigazione semantica... ma in Italia c'è Lodlive che naviga i Linked Open Data.

Google ha recentemente dato grande enfasi all'evoluzione del suo motore di ricerca che promette di risolvere meglio il concetto di "disambiguazione" ovvero di identificare meglio se nella mia ricerca "mercury" indica il cantante o il pianeta... Inoltre Google promette di pubblicare anche le relazioni ad altri "concetti" collegati e si parla di passaggio dalla ricerca per stringhe alle "Things" i concetti.

Ci sarebbe da dire... era ora!

Per far ciò Google sfrutta (anche) la conoscenza disponibile in rete ovvero quei grandi serbatori di informazione organizzata che milioni di persone hanno contribuito a costruire "To build this world of things, Google is tapping a variety of knowledge databases, including Freebase, which it bought in 2010, Wikipedia, Google Local, Google Maps and Google Shopping. Currently, Google’s Knowledge Graph has over 500 million people, places and things and those things have at least 3.5 billion attributes.".

Una piccola digressione si impone perchè DBpedia è stata costruita sul concetto che se ognuno mette a disposizione il contributo prodotto dal proprio intelletto, rinunciandone ai diritti di utilizzo, si crea un volano di crescita per l'umanità. Google sta un po' in mezzo al guado, contribuendo con molte iniziative alla condivisione di conoscenza ma rimanendo in ogni caso un azienda ancora fortemente basata sulla proprietà intellettuale.

Ma andiamo avanti... ho parlato di Google perchè viene riconosciuta  (giustamente) per essere una azienda fortemente innovativa e questa sua ultima iniziativa ne accresce il significato, ma per una volta, qui in Italia, c'è chi ha percorso una strada simile e per certi versi in maniera ancor più innovativa: LodLive.

Un motore costruito in diverse notti di lavoro da Diego Camarda, Silvia Mazzini e Alessandro Antonuccio che si è piazzato al secondo posto del concorso App4Italy, un grande risultato se si pensa che sono stati superati solo da Open Parlamento, un'iniziativa già matura, di un paio d'anni fa.

Lodlive permette di ricercare tra i Linked Open Data disponibili in rete, navigando tra i concetti e le relazioni tra di esse, in maniera grafica. Diego, Silvia e Alessandro, che per essere perfettamente trasparente sono colleghi e amici, hanno sfruttato le competenze maturate nel progetto RDF della Camera dei Deputati, ampliando il concetto di riutilizzo ad altre basi dati "semantiche". La navigazione per concetti ma soprattutto la tendenza a costruire ontologie e basi informative "machine readable" può cambiare significativamente il futuro del web come è ora concepito, più ancora che la recente innovazione googoliana.

Naturalmente L'interfaccia di LodLive richiede ancora una capacità di navigazione da esperti ma ovviamente in poco tempo non era possibile fare di meglio e soprattutto non era questo l'obiettivo, l'importante era arrivare all'esemplificazione dell'uso dei LOD e contribuire alla loro diffusione. Di seguito ho raccolto un breve scambio di opinioni con i LodLivers!!!

Intervista ai promotori di LodLive, il nuovo modo per ricercare nel Web of Data

LodLive è un'interfaccia nata per navigare la Linked Open Data Cloud, costruito da Diego Camarda, Silvia Mazzini e Alessandro Antonuccio che si è piazzato al secondo posto del concorso App4Italy, un grande risultato se si pensa che sono stati superati solo da Open Parlamento, un'iniziativa già matura.

Lod Live, che ovviamente potete trovare anche su Facebook, è un gran bell'esempio delle potenzialità future del web e ha dato spunto a una corposa prefazione. Dopo averla scritta però l'ho "traslata" in un post successivo per dare giusta evidenza a questa intervista

I LOD sono il primo passo nel Web of Data e di seguito vi racconto cosa sono grazie proprio al contributo di questi tre amici.

D. Cosa è LodLive?

Silvia. LodLive è un progetto sperimentale, uno strumento che consente a chiunque di navigare in modo semplice e immediato i Linked Open Data.

D. In che modo è utile ai Linked Open Data?

Silvia. LodLive si avvale di un innovativo approccio per la navigazione, non visualizza risorse statiche ma sfrutta in tutto e per tutto la potenza del linguaggio di ricerca SPARQL e degli altri standard del Web of Data: RDF e URI. LodLive mostra i dati linkati attraverso il grafo, ovvero attraverso la rappresentazione più efficace per questo tipo di risorse: i browser RDF standard presentano una scheda descrittiva basata sulle triple, LodLive si espande all’infinito senza mai perdere la visione d’insieme del grafo del dominio e mostra relazioni tra dati di diversi endpoint come prima non era possibile.

D. cosa è RDF?

Diego. RDF è lo strumento base proposto dal W3C per la codifica, lo scambio e il riutilizzo di metadati strutturati sul web. Si fonda sul concetto di “tripla” ovvero l’unità informativa minima che serve a descrivere una risorsa: soggetto, predicato e oggetto.

D. Come fa LodLive a costruire il grafo?

Diego. L'utente, guidato nella scelta di una URI, dà il via alla navigazione, LodLive riconosce l'endpoint pubblico più utile per gestire ogni singola richiesta. L’endpoint è un punto di accesso alle risorse RDF che vengono immagazzinate in un triplestore (ad esempio virtuoso) e rese interrogabili attraverso il linguaggio di query SPARQL. Al momento, sul lodlive.it sono configurati 15 endpoint pubblici che espongono dataset vari, da dbpedia a linkedgeodata, al new york times. Dopo aver scelto la risorsa da cui far partire la navigazione, si apre una pagina vuota con la prima sfera della risorsa prescelta: intorno alla sfera appariranno altri piccoli pallini (di forma e colori diversi a seconda della tipologia) che indicano le relazioni con le altre risorse. Ogni volta che si sceglie un pallino viene lanciata una query SPARQL che interroga l’endpoint e restituisce una nuova sfera con altre relazioni.

D. Posso navigare solo tra le risorse di un determinato endpoint?

Diego. LodLive per ogni richiesta verifica la presenza di un endpoint configurato per soddisfarla e, nel caso mancasse, cerca di soddisfarla lui stesso generando un endpoint on fly. Per ogni proprietà, tipicamente un owl:sameAs, è quindi possibile "saltare" da una risorsa all'altra indipendentemente dalla fonte rappresentando in un unico grafo tutti i dati collegati del dominio del mio interesse.

D. LodLive è finito?

Siamo soddisfatti perché riteniamo di aver creato uno strumento facile da usare, efficace e comprensibile, anche per i meno esperti,  ma non consideriamo LodLive completo. LodLive è stato pensato e sviluppato in perfetto stile Tim Berners Lee, in modo completamente aderente alle “5 stars” e con un approccio “bottom-up” aprendosi a progressive implementazioni e nuove features.

D. Perché LodLive?

Silvia. LodLive si propone come strumento di rappresentazione e divulgazione dei Linked Open Data; lavorando da diversi anni nel settore, avevamo notato la carenza di strumenti semplici, gradevoli, friendly nel contesto del web of data e, grazie all’occasione offertaci da apps4italy, abbiamo concretizzato questo sogno.

LodLive ed il suo team sono ben contenti di avere riscontri ed opinioni e sono pronti a collaborare per migliorare il progetto.




Monday, April 30, 2012

Il valore della concorrenza e della creatività

Mi accingevo a fare un po' di pulizia tra le mie cartelle di Dropbox per recuperare spazio quando, quasi per caso, ho notato che il mio spazio occupato era solo il 48% del totale. Confesso che mi ha assalito un po' di preoccupazione, perchè temevo di avere fatto "troppa" pulizia e di essermi perso qualcosa di importante, poi però noto che lo spazio in giga era quasi raddoppiato e allora ho cominciato a fare qualche collegamento mentale, in particolare con la notizia letta qualche giorno prima sul servizio di Google chiamato Drive, pensato proprio per fare conconrrenza a Dropbox e simili.
Una breve ricerca e scopro in effetti che Dropbox ha appena raddoppiato il bonus per chi coinvolge un amico e che quindi di conseguenza il mio spazio era quasi magicamente raddoppiato.
Un mercato aperto a sempre nuovi attori è per definizione un vantaggio per gli utenti e questo caso sta a dimostrarlo ulteriormente. Certo l'azione di un gigante come Google può uccidere molti competitor di non grandi dimensioni e sul lungo far ripiombare in uno status di monopolio, ma la bellezza di questa economia legata a digitale è che anche piccole aziende possono far meglio dei Big e crearsi la propria fetta di mercato puntando sulla creatività e l'innovazione.

Thursday, March 8, 2012

Internet of Things e Web of Data, una riflessione sulla ricerca dell'Osservatorio del Polimi

Ieri incontro al Politecnico di Milano su Internet of Things (IoT) nell'ambito degli "Osservatori" della School of Management.

L'Internet delle cose è un argomento di grande fascino che ho già trattato diversi mesi fa scrivendo delle riflessioni di Bruce Sterling sugli Spime, sensori spazio temporali, ma ancora prima, a partire da metà del decennio scorso, occupandomi di alcuni progetti presentati in ambito europeo sul monitoraggio ambientale

Quindi ho seguito con molto interesse l’incontro che presentava la relazione finale circa l’Internet delle Cose in Italia e nel mondo. Con questo concetto si definisce la capacità di “oggetti intelligenti” di interconnettersi e interagire, essendo caratterizzati, in estrema sintesi, da:
  • Identificazione
  • Localizzazione
  • Acquisizione di informazioni
  • Elaborazione
In pratica ogni oggetto dovrebbe avere la capacità di essere riconoscibile e interconnesso alla rete, avendo la capacità di assolvere funzioni, anche eterogenee, quali acquisire informazioni dall’ambiente che lo circonda, trasmettere tali dati ed eventualmente interagire con gli altri oggetti in funzione dei dati che gli stessi si scambiano.

I primi passi di un percorso ancora lungo

La realtà è oggi ancora lontana da questa utopia, come sembra testimoniare l’Osservatorio, ma il processo di evoluzione verso l’IoT ha assunto tale rilevanza da suscitare l’interesse dei grandi player (in particolare Telco), come evidente dal tono degli interventi di alcuni partecipanti ai tavoli di discussione. In particolare Vittorio Consolo di Telecom ha raccontato come ormai il traffico dati sia in grandissima crescita, e che un sesto di tale traffico riguarda l’interconnessione machine-to-machine (in crescita a 2 cifre), ovvero il traffico generato da dispositivi che montano on board una SIM (oltre 4 milioni).

E’ evidente che tali numeri determinano un forte focus commerciale delle Telco, con conseguenti investimenti nella ricerca, ulteriormente sostenuti in ambito Comunità Europea.

Tra i dispositivi già disponibili lampioni che si autoregolano e i contatori della luce mentre tra quelli che potrebbero conoscere ampia diffusione gli elettrodomestici che si autoregolano in relazione alla disponibilità totale di elettricità o per ottenere una riduzione dei costi energetici. Non entro nel merito della ricerca perchè è già ben descritta negli atti del convegno e quindi mi limito ad alcune riflessioni personali

Più che di oggetti capaci però di connettersi alla rete si parla ancora di reti eterogenee che connettono oggetti e che poco si parlano, dove la comunicazione con i dispositivi finali è delegata principalmente a gateway che di fatto separano le reti. Limitazioni superabili grazie all’eventuale affermarsi di uno standard ma siamo ancora al tentativo di imporre standard proprietari vs. standard realmente open , quindi siamo ancora lontani da quanto ipotizzato nel 1999 da Kevin Ashton anche se è evidente che la cosa comincia a prendere piede.

Gli Spime di Bruce Sterling

Probabilmente al momento si ragiona soprattutto su come connettere oggetti esistenti creando reti ad hoc, mentre forse l’approccio dovrebbe essere quello di progettare oggetti capaci di elaborare informazioni e di essere interconnessi, pluggabili con sensori di natura diversa, il concetto di Spime di Sterling.

Ad oggi lo “Spime” più efficiente rimane lo smartphone, in grado di essere localizzato, connesso, raccogliere foto e video o far funzionare altre applicazioni. Il limite nel considerarlo realmente un oggetto interconnesso nell’accezione di IoT è che le sue funzioni sono essenzialmente pilotate dall’intelligenza umana, ma tra le migliaia di app disponibili ce ne sono alcune che lo rendono capace, in fondo, di autonoma capacità elaborativa, come l’app che sono in grado di georeferenziare le foto fatte da una camera esterna in base al sincronismo temporale.

Internet of Things e Web of Data

Al tema dell’internet delle cose si collega però a questo punto quello del web of data, l’altro grande trend del passaggio dal web 2.0 al X.0. e di cui mi sono occupato in un contesto solo apparentemente molto diverso. Cosa succederà e di chi saranno questi dati raccolti in giro dai sensori?

Oggi nel monto è in corso una grande migrazione di informazioni, conosciuta come Web of Data, da un formato human oriented a un formato machine readable, con strumenti e standard quali RDF, Open Data e Linked Open Data per consentire non solo di pubblicare informazioni ma anche di raggiungere un effettiva condivisione di esse, consentendone la rielaborazione e l’integrazione con altre fonti.

A maggior ragione queste informazioni, nativamente dati “grezzi” dovrebbero essere rappresentati in un formato standard, tale da poter essere utilizzati anche da utenti estranei al circuito che li ha generati/raccolti avendo a disposizione la “terza gamba” di questo sistema ovvero gli strumenti che permettono di descrivere la semantica di tali dati. Potrei ottenere l'integrazione tra dati rivenienti da misurazioni quantitative sul campo con dati rielaborati dall'intelligenza umana e trattabili mediante elaborazioni automatiche.

Un sistema cosi integrabile descrive uno scenario dalle potenzialità infinite, un ulteriore grande passaggio della rivoluzione digitale in atto.

(foto licenza C.C. da Kirk Lau)

Saturday, February 11, 2012

Un nuovo, ma collaudato, software open source tutto italiano: xdams, il digital archive management per i beni culturali



E' arrivato il grande giorno. Dopo tanto lavoro martedi 14 febbraio prossimo verrà presentato il progetto xdams open source.

Dal progetto europeo, più di 10 anni fa, è stata fatta tanta strada, tanti progetti e utenti che hanno consentito alla nostra piattaforma di diventare sicuramente uno dei software più affidabili che c'è nel digital archive management dei beni culturali.

Le linee progettuali hanno sempre rispettato l'indicazione di conformità con gli standard italiani e internazionali, ma al tempo stesso il desiderio di soddisfare i requisiti di ricerca ed innovazione imposti dalle sempre più velocemente mutate situazioni tecnologiche e sociali.

Questa piattaforma oggi rappresenta una delle realizzazioni più affidabili e all'avanguardia e proprio oggi invece di lucrare su questa rendita di posizione diventa open source. L'obiettivo è quello di fare un ulteriore passo in avanti, di favorire la diffusione e la condivisione della conoscenza per trasformare un prodotto in una comunità. Tutto ciò perchè crediamo nell'approccio open source e che questa sia una scelta matura che assicura al tempo stesso sostenibilità e larga diffusione.

Questa scelta ci permetterà di lavorare ad un progetto con un approccio che realizza tutte le nostre aspirazioni e speriamo possa, al tempo stesso, garantire una maggiore diffusione della piattaforma. Proprio per questo xdams sarà un software scaricabile grauitamente ma anche un servizio che potrà essere attivato da tutti, altrettanto gratuitamente e con estrema facilità.

Il 14 febbraio, collegandosi al sito www.xdams.org si potrà assistere in streaming ad un evento concepito per spiegare le nostre motivazioni e i nostri obiettivi, nonchè per offrire a tutti il punto di vista di alcuni utenti di xdams.

L'inizio di un nuovo percorso che ci auguriamo collettivo e proficuo per tutti.

Saturday, February 4, 2012

Si giocherà Roma Inter? Chissà... la nevicata del 56 bloccò il derby Roma Lazio.

No, non è un post sul calcio...

La partita è solo l'aspetto più curioso di una serie di analogie tra la nevicata a Roma degli scorsi giorni e quelle che l'hanno preceduta nel 1929, 1956 ecc.

La disponibilità digitale di informazioni in Rete consente oggi analisi e ricerche che in altri tempi avrebbero portato via tempo e denaro o forse più semplicemente non sarebbero state fatte. In questo articolo che ho scritto su regesta.com, sito specializzato in beni culturali, ripercorro la timeline delle grandi nevicate a Roma realizzata "saccheggiando" gli archivi dell'Istituto Luce on line da qualche anno.

Un paio d'ore dopo aver raccolto la suggestione della neve che cadeva sulla Capitale e sul treno del mio viaggio di ritorno da Roma a Milano ho potuto raccogliere le informazioni che mi interessavano. Nessuna pretesa scientifica o storica per carità, solo un pezzo di colore per raccontare cosa succede in queste occasioni così singolari e per cercare di apprezzare ancora una volta la trasformazione del mondo digitale realizzatasi con il web.

Se si può trarre un insegnamento da tutto ciò è che molto cambia, come la tecnologia e le risorse a nostra disposizione, ma tante cose rimangono uguali: le foto delle persone che giocano a Villa Borghese e le polemiche, ieri come oggi, sulla gestione dell'evento da parte dell'Amministrazione.