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Saturday, December 15, 2012

15.12.1969 muore Pinelli a Milano. Riflessioni sul patrimonio digitale on line in un giorno di ricerche sul buio 1969

La ricchezza di fonti di informazione in rete è un fatto ovviamente consolidato, un po' meno la ricchezza di documenti storici in digitale, sulla cui disponibilità pesa il costo di trasformazione degli oggetti fisici in digitali. Negli ultimi anni però si è assistito a un aumento, in termini numerici e qualitativi, nella loro pubblicazione on line, accompagnato anche da tentativi di avvicinare le persone mediante sistemi di comunicazione più adeguati al nostro tempo, cosi come l'operazione dell'Archivio Luce e AAMOD su YouTube.

In questo caso non si è trattato di un aumento dei materiali on line, perchè già disponibili da anni sul portale, ma la scelta di portarli sul più grande archivio audiovisivo moderno è certamente un'operazione di contaminazione degna di attenzione, focalizzata sul tentativo di "aprire" ulteriormente il patrimonio culturale a un pubblico meno specializzato.

Analogamente possiamo trovare in rete l'Archivio della Stampa e dell'Unità o gli archivi "per non dimenticare", quello della Camera dei Deputati e tanto altro, tutte preziose fonti di informazione sulla nostra storia recente. In generale oggi assistiamo a un tentativo di condividere queste informazioni con la comunità, utilizzando, non più solo ricchi portali web ma anche strumenti moderni come i Linked Open Data, in controtendenza rispetto a un passato, anche recente, nel quale questa era considerata materia per i soli esperti del settore.


Di seguito ho inserito un articolo ho già pubblicato su regesta.com e che da un senso tangibile a quanto scritto in precedenza, una breve storia del 1969 arricchita da documenti originali tratti da numerose fonti. Da notare l'impegno di uomini dello spettacolo come Petri e Pasolini sui temi politici del tempo.

Il ricordo di Piazza Fontana e del lungo 1969

 

Da tempo si parla del 12.12.12, giorno in cui avremmo tutti quanti dovuto assistere al realizzarsi un funesto presagio di troppi secoli fa. Un caso mediatico al quale preferiamo una giornata della memoria, quella che riguarda uno degli episodi più bui della nostra vita recente, la bomba di piazza Fontana a Milano, alla Banca Nazionale dell'Agricoltura ricordata in "un minuto di storia" di Gianni Bisiach, reso disponibile dal tg1 su YouTube
   

Ripercorriamo quindi i principali fatti di quel 1969, partendo principalmente dai documenti visivi conservati nell'Archivio Storico Luce, disponibili da tempo alla consultazione on line. Piazza Fontana è al tempo stesso un apice e un inizio, il culmine della tensione crescente di un caldissimo 1969 e l'incedere delle più dura stagione di terrore, dolore e depistaggi della nostra Repubblica. Morirono 17 persone, di cui tre nei giorni successivi, ma quella striscia di dolore include anche il commissario Calabresi (per il cui omicidio vennero condannati anni dopo i vertici di Lotta Continua) che la notte del 15 dicembre interrogò uno dei primi sospettati, risultato poi innocente, Giuseppe Pinelli, finito giù da una finestra proprio quella notte in questura. Pinelli morì e altre morti sospette seguirono negli anni fino alla strage della questura di via Fatebenefratelli nel 1973, proprio in occasione di una commemorazione del commissario Calabresi.

Il regista Elio Petri realizzò un documentario per raccontare le ipotesi sulla morte di Pinelli in questura, si riconoscono, giovanissimi Gian Maria Volontè, Renzo Montagnani e Luigi Diberti.

Se però la storia successiva, pur non chiara a causa dei depistaggi che l'hanno sepolta, è conosciuta ai più, nella memoria collettiva rimane un po' meno dei fatti del 1969 che l'hanno preceduta e che in qualche modo l' hanno determinata.

In questo filmato dell''Archivio Luce si parla sia del suicidio di Jan Palach (19 gennaio 1962) e della primavera di Praga, così dilaniante per la sinistra italiana, sia dell'elezione del controverso Nixon alla Casa Bianca (unico presidente Usa dimessosi per uno scandalo, il Watergate). In quell'anno Almirante va a dirigere l' MSI-DN. In Grecia c'è una giunta militare, quella dei "colonnelli" e nel crescente clima da guerra fredda l'Italia rappresenta la terra di confine tra i due blocchi, si succedono eventi che nascono dalla contrapposizione giovanile o dal torbido rimestare di molti servizi segreti. La rete Gladio era già attiva dal 1964, ma fu riconosciuta pubblicamente dopo molte reticenze dal Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, solo nell'ottobre del 1990, inoltre la Commissione Stragi ipotizzò la nascita di strutture simili fin dal primo dopoguerra.
Il 27 febbraio, mentre Roma è scossa per le proteste per la visita di Nixon, studenti di destra irrompono nella facoltà di Magistero e nel tentativo di fuga muore uno studente di 23 anni, Domenico Congedo , il 31 marzo si insedia la Commissione Parlamentare che dovrà indagare sul piano Solo del 1964 e sulle schedature SIFAR mentre il 9 aprile a Battipaglia, durante uno sciopero generale, la polizia, intervenendo pesantemente come qualche mese prima ad Avola, carica e spara. Muoiono un ragazzo di 19 anni, Carmine Citro, colpito alla testa e una professoressa, Teresa Ricciardi raggiunta da una pallottola in dotazione alle forze dell'ordine, al terzo piano della propria abitazione.

Il fotografo Elio Caroccia, che compare nel video che segue, viene picchiato dalla polizia mentre riprende gli scontri. Rimarrà colpito per sempre da quell'esperienza. La protesta diventa una vera e propria insurrezione popolare e la polizia deve abbandonare la città. Le indagini successive coinvolgono un centinaio di persone nei fatti della rivolta ma nessuno viene indagato per la morte di Citro e della Ricciardi. Il giornali più conservatori bollano la protesta come eversiva, l'ufficio propaganda del PCI produce un documentario, ripreso e ampliato nel 70, per raccontare il disagio popolare.
Colpisce la composta commozione della sorella di Carmine Citro nel ricordare la morte del fratello, tipografo occupato, in difesa del lavoro dei suoi coetanei meno fortunati.
Alla Camera dei Deputati un commosso presidente dell'assemblea, Sandro Pertini ricorda i morti di Battipaglia ma il dibattito si trasforma in uno scontro tra le tesi del governo, che con il ministro Restivo difende l'operato della polizia, i deputati del centro destra che evocano i fantasmi della rivoluzione e la sinistra che chiede con forza che la polizia non usi più le armi nel corso di manifestazioni di piazza. Presidente del Consiglio è Mariano Rumor, coinvolto (e prosciolto) anni dopo nello scandalo Lockheed, intervengono nel dibattito tra gli altri Almirante, Andreotti, Avolio, Covelli, Ferri, Guarra, Malagodi, Pajetta, Scalfari, Donat Cattin e D'Alema.

Battipaglia è una città atipica del sud, nata solo nel 1929, in ossequio alla politica di ruralizzazione del duce, per popolare la piana del Sele in fase di bonifica. Viene distrutta dai bombardamenti durante lo sbarco alleato nel golfo di Salerno ma conosce un poderoso sviluppo nel dopoguerra. Nel 1969 la ventilata chiusura di molte fabbriche scatena la rabbia popolare.

Battipaglia è lontana dalle tensioni delle metropoli come Roma e Milano e ancora oggi le testimonianze raccontano di una rivolta popolare che allontanò spontaneamente politici, giornalisti e provocatori. Eppure uno scrittore anarchico inglese, Stuart Christie, in un suo saggio sul terrorismo nero, racconta (pag 28) che il giorno prima l'agenzia OP di Pecorelli avrebbe previsto disordini molto seri a Battipaglia (come purtroppo accadde) e annunciato la presenza di numerosi attivisti di Avanguardia Nazionale.

Pecorelli era un giornalista con informazioni di prima mano dei "servizi" e non parlava a caso, ragion per cui era seguito e temuto negli ambienti politici. Per il suo omicidio 10 anni dopo, il 20 marzo 1979 alla Corte di Assise di Perugia ci saranno condanne importanti, come quella del senatore Andreotti, annullate successivamente dalla Corte di Cassazione. La nota di OP  potrebbe far pensare che un pezzo della strategia della tensione che ha insanguinato il nostro paese sia passato anche per le strade e le piazze di Battipaglia.

Oggi su Facebook un gruppo raccoglie materiali e informazioni su quelle giornate e questo, a mio avviso, rappresenta un nuovo modo di raccogliere la memoria popolare.

Se nulla è confermato a riguardo di trame oscure è certo però che quei fatti diedero il via a una stagione di manifestazioni, nelle quali forte fu la contrapposizione con la polizia, e di attentati come quelli alla Fiera di Milano, a diverse stazione e treni, con il tragico epilogo di due ragazzi di 22 anni morti il 27 ottobre e il 19 novembre. A Pisa Cesare Pardini viene colpito al petto probabilmente da un candelotto lacrimogeno, a Milano l'agente Antonio Annarumma perde la vita a bordo della sua jeep per un colpo al cranio. Anche in questo caso alla versione ufficiale che parlava di tubi innocenti lanciati dai dimostranti si contrappose una versione che faceva ricadere sull'urto della jeep la causa della morte. Non venne identificato alcun responsabile.

Il 12.12.69 la strage per la quale non esistono colpevoli.

Altri documenti 
 

Saturday, February 4, 2012

Si giocherà Roma Inter? Chissà... la nevicata del 56 bloccò il derby Roma Lazio.

No, non è un post sul calcio...

La partita è solo l'aspetto più curioso di una serie di analogie tra la nevicata a Roma degli scorsi giorni e quelle che l'hanno preceduta nel 1929, 1956 ecc.

La disponibilità digitale di informazioni in Rete consente oggi analisi e ricerche che in altri tempi avrebbero portato via tempo e denaro o forse più semplicemente non sarebbero state fatte. In questo articolo che ho scritto su regesta.com, sito specializzato in beni culturali, ripercorro la timeline delle grandi nevicate a Roma realizzata "saccheggiando" gli archivi dell'Istituto Luce on line da qualche anno.

Un paio d'ore dopo aver raccolto la suggestione della neve che cadeva sulla Capitale e sul treno del mio viaggio di ritorno da Roma a Milano ho potuto raccogliere le informazioni che mi interessavano. Nessuna pretesa scientifica o storica per carità, solo un pezzo di colore per raccontare cosa succede in queste occasioni così singolari e per cercare di apprezzare ancora una volta la trasformazione del mondo digitale realizzatasi con il web.

Se si può trarre un insegnamento da tutto ciò è che molto cambia, come la tecnologia e le risorse a nostra disposizione, ma tante cose rimangono uguali: le foto delle persone che giocano a Villa Borghese e le polemiche, ieri come oggi, sulla gestione dell'evento da parte dell'Amministrazione.

Wednesday, December 21, 2011

La Camera dei Deputati diventa Open: i dati aperti e la (probabile) rivoluzione del futuro.


Ieri la Camera dei Deputati ha pubblicato on line il proprio patrimonio storico ma la novità che mi interessa raccontare è “come l’ha fatto”.

Facciamo un passo indietro per inquadrare la situazione. Internet è luogo di libertà e rivoluzioni, come ho detto spesso (uno tra i tanti!) con la rete si è affiancato alla comunicazione broadcast, uno (possessore del media) a tanti (pubblico), il paradigma tanti a tanti, nel senso che le comunicazioni si intrecciano, diventano bidirezionali e ognuno è libero di scrivere, leggere e commentare ciò che vuole (purtroppo con qualche significativa restrizione in molti paesi del mondo).

Internet terra di rivoluzioni pacifiche

Questa capacità ci ha regalato anche la possibilità di cambiare, in molte situazioni, lo stato dei fatti, rompendo monopoli e oligarchie, vere e proprie rivoluzioni, un esempio su tutti è quello dell’Open Source.

Qualcuno tra i più tradizionalisti può anche guardare con sospetto alla banda di capelloni, Hacker e Hippies della Free Software Foundation, come Richard Stallman e John Sullivan ma sarebbe interessante anche se, con l’aiuto di qualche economista, provasse a dare un valore alla ricchezza prodotta dal software libero o se qualcuno si ponesse la domanda sulla distanza tra dove siamo arrivati e dove saremmo ancora (indietro) senza l’O.S.

Senza Linux, Mysql, Apache e le piattaforme di Blogging sarebbe nato il web 2.0? Sarebbe possibile un così basso livello di accesso alle tecnologie?

Forse oggi io non sarei qui a scrivere questo post (chissà se è un bene o male!!!) ma soprattutto quante altre applicazioni non sarebbero nate? Indubbiamente il defunto Steve Jobs è stato uomo di visioni molto avanzate nel campo digitale ma dove sarebbe potuto arrivare il mondo e la tecnologia se avesse, almeno in parte, condiviso pubblicamente i risultati del proprio lavoro? Se alla morte di “Steve” quasi tutto il mondo (tranne Stallman) gli ha tributato doveroso omaggio, quanti sanno cosa ha fatto il barbuto Richard e la sua banda per l’innovazione?

Nello stesso post che ho “linkato” prima viene riportata una lettera aperta di Bill Gates al mondo dell’Open Source che rivela oggi tutta la sua inconsistenza, alla luce di quale solidità abbiano raggiunto ormai molti software Open Source.

Le persone hanno imparato a condividere!

Cosa c’entri tutto questo con al Camera dei Deputati è, a questo punto, per chi legge un po’ misterioso, ma in realtà altrettanto semplice da spiegare.

Il movimento Open Source ha dimostrato che le persone hanno la capacità di privarsi di un presunto diritto, quello sullo sfruttamento economico diretto ed esclusivo del proprio lavoro (non ci si priva del diritto di proprietà intellettuale che per definizione è inalienabile, ma solo del diritto d’autore), rendendo un grande servizio a tutti coloro i quali fanno buon uso di ciò e che così non sono costretti a ricominciare sempre da zero. Il risultato finale migliora per tutti, questo accade nel software ma anche molti in altri campi, infatti sono nati per esempio siti di condivisione di immagini gratuite, di musica free e tanto altro.

Anche la semplice pubblicazione on line è in realtà una cessione dei propri diritti su ciò che si scrive e si racconta, lo sanno bene i giornali nella loro lunga lotta ai motori di ricerca, ma ancora questo è un passaggio intermedio, perché ciò che si rende pubblico è si pubblico ma in genere è un prodotto finito, poco riutilizzabile.

Gli Open Data per costruire la conoscenza diffusa

Da qualche anno è in atto la rivoluzione degli Open Data, ovvero dati che sono alla base di ciò che viene pubblicato ma che sono anche riutilizzabili in maniera libera, al fine di produrre ulteriore conoscenza da tutto ciò che viene reso pubblico.

La Camera dei Deputati ha aderito a questo approccio per rendere non solo pubblici i propri dati ma anche per renderli facilmente riutilizzabili, creando una propria ontologia OCD (Ontologia Camera dei Deputati), in formato OWL (Ontology Web Language) espressa in
triple RDF : una tripla è un’asserzione (statement), un’unità informativa minima, articolata in soggetto (subject), relazione (predicate) e oggetto (object). Tutti i dati del portale sono così disponibili come Linked Open Data, un patrimonio informativo costituito da oltre 13,4 milioni di triple.

Questo approccio semantico e libero ai dati rappresenta una grande innovazione perché se è vero che spoglia il detentore di contenuti della figura di quasi unico “interprete” dei medesimi, conferisce a chiunque altro la capacità di rielaborali e di integrarli con fonti e dati ulteriori, al fine di ottenere risultati sempre migliori e sempre maggiore conoscenza.

Un esempio dell’uno e dell’altro, ovvero del valore dell’Open Source e di quello dei dati aperti è costituita dalle app, pubblicate dall’archivio, che riutilizzando software del MIT permettono da un lato di realizzare pagine interattive in cui l’utente può creare le proprie personali viste, dall’altro rendono ulteriormente disponibili, in formato json, anche i dati sui quali queste stesse app insistono.

La conoscenza implicita nei dati

Provo quindi a fare qualche semplice elaborazione sul sito della Camera, utilizzando le alternative di ricerca offerte. Opzionando solo i periodi più recenti (gli ultimi 30 anni) scopro che la rappresentatività di una regione importante elettoralmente come la Sicilia si ferma, per queste 4 cariche dello Stato, al 1954, cosi come negli ultimi 30 accade a una larghissima parte del nord-est, che include l’intero Trentino, Friuli, Veneto e parti importanti della Lombardia. Di contro il peso della Sicilia era stato di gran lunga superiore a quello di tutte le altre regioni (non Sabaude) per tutta la durata del Regno d’Italia. In 150 anni inoltre Calabria, Friuli e Umbria non risultano essere state rappresentate da un proprio politico, dalla Puglia provengono solo Salandra e Aldo Moro e Cagliari e tutta la Sardegna centro meridionale non hanno avuto l’onore di un proprio concittadino eletto alle massime cariche dello Stato. Superfluo quasi sottolineare che solo due sono le donne.

L’informazione è parziale perché per un più esatto esame occorrerebbe aggiungere quella relativa ai ministri, in particolare quelli che dei ministeri più influenti, ma già da sola si presta a qualche interpretazione e molte altre elaborazioni potrebbero essere realizzate ulteriormente, direttamente dagli utenti, accedendo ai dati dei file json.

Innovazione tecnologica e sociale

Sotto un profilo più tecnologico la novità è duplice perché al di là degli aspetti “sociali” (evapora il concetto di proprietà) che contraddistinguono questo approccio in realtà lo studio e l’applicazione degli Open Data conducono generalmente ad una migliore strutturazione delle basi dati, al fine di garantire intelligibilità orizzontale, anche in una struttura aziendale complessa, e verticale, nel senso di miglior propagazione nel tempo della leggibilità della base informativa stessa. Non era raro nel passato (e ancora adesso) scontrarsi con database chiusi e complessi che impedivano il riutilizzo dei dati, addirittura all’interno stesso di una unica organizzazione. Questo effetto rischiava e rischia inoltre effetti catastrofici con il passare del tempo e con il venire meno delle competenze umane di chi quella applicazione l’ha costruita e dominata.

L’altra novità è costituita da query che si realizzano tutte lato client, suddividendo le risorse computazionali su tutti gli utenti che accedono e non le concentrano solo sull’unico server/sito che eroga il servizio, molto interessante quindi per dell’ottimizzazione di applicazioni in ottica cloud computing.

Per finire occorre sottolineare che probabilmente molte delle tecnologie utilizzate per realizzare questa applicazione andranno ad aggiungersi alla grande famiglia dell’Open Source, fornendo un contributo specializzato (e tutto italiano!!) all’innovazione tecnologica nel campo della gestione archivistica di informazioni digitali multimediali.

Anche questo un piccolo salto in avanti.