Wednesday, March 27, 2013

La democrazia della Rete: riti, prospettive rischi

Il titolo è un po' ambizioso, lo confesso.

La recente evoluzione del quadro politico però mi suggerisce da un po'  una riflessione su questa nuova percezione della Rete. Dico "nuova" perchè grazie al successo del Movimento 5 Stelle oggi molti sembrano scoprire la forza di Internet. Prima di cominciare però occorre fare chiarezza: la mia, oggi, è solo una prima riflessione a voce alta.

Non è una riflessione politica, perchè non è questo il fine del mio blog, ma è onesto ammettere, da parte mia, che probabilmente alcune di queste considerazioni sono oggettivamente influenzate dal mio orientamento politico. E' altrettanto sacrosanto da parte mia (che, a differenza dei "Folgorati sulla via di Damasco", seguo entusiasticamente il web dal "secolo scorso") rivendicare il diritto di poter criticare le evidenti distorsioni nell'interpretazione del fenomeno di Internet.

Per non lasciarmi fuorviare cercherò di non entrare nell'analisi di come alcune persone commentano ciò che si può, e ciò che non si può, fare con la rete, perchè altrimenti entrerei nel campo minato della valutazione sulla coerenza delle persone ma cercherò di concentrarmi sulle questioni oggettive.

La Rete è la quinta essenza della Democrazia.

Ovvero attraverso Internet ognuno può dire la sua. Questo è vero ma vale per tutti i mezzi di comunicazione, la differenza è che Internet abbassa i costi che un individuo deve affrontare per "raggiungere" altri individui, ma non impedisce ad alcun altro di "farti a pezzi",  con simili bassi costi di impresa.

In TV non posso andare se il proprietario della medesima non vuole mentre su internet posso scrivere ciò che voglio.  Soprattutto non mi garantisce di essere ascoltato.

Giusto.

Infatti se poi nessuno legge ciò che scrivo il mio esercizio di libertà democratica è vuoto, come è vano il mio tentativo di andare a parlare in TV. Farsi conoscere in rete è un esercizio costoso e faticoso comunque. Tornando al caso di Grillo si può affermare che certamente il suo è stato un tentativo di comunicare fuori dai canoni tradizionali e quindi "rischioso", ma certamente non è il tentativo velleitario di un  singolo, quanto piuttosto un'operazione preordinata gestita da un gruppo di esperti di comunicazione.

Servono i soldi per comunicare sul web

Alternativo quindi ma non "povero". Analogo al progetto che ha portato Belen a diventare una star (anche in meno tempo) con ottimi risultati economici (si guardino le dichiarazioni dei redditi degli interessati), quindi un investimento importante a fronte di un più che adeguato ritorno economico...

Poter parlare liberamente però non garantisce il diritto di essere ascoltato e soprattutto non garantisce di non essere "annientato", come insegna il caso del recente conflitto tra Cyberbunker e Spamhaus. Difficile quindi sopravvivere anche in rete per Don Chisciotte, senza soldi e competenze.

Il Rovescio della Medaglia: esclusione di molti cittadini

L'aspetto più critico è però quello riguardante le persone escluse, quel fenomeno che fino ieri si chiamava digital divide. La rete non può raggiungere tutti e quindi un sistema basato solo sul web taglierebbe fuori tantissimi cittadini. Ignorare questo problema significa ignorare i diritti di questi cittadini.

Il diritto di critica e la deformazione del movimento d'opinione

Inoltre la forza del web è quella di poter mantenere un certo anonimato, ma proprio per questo si presta a mille deformazioni. Se io scrivo un commento ad un certo articolo ad un mio avversario basta presentarsi con quattro o cinque identità differenti per commentare ciò che dico e per dimostrare che ciò che ho scritto è osteggiato dalla maggioranza delle persone.

In definitiva la rete è uno strumento potente per comunicare ciò che si vuole ma risponde, più o meno, a molte delle regole valide per altri media. In primis la capacità di spesa  e come secondo aspetto la determinazione e capacità  di comunicare, grazie a esperti e costosi consulenti di immagine.