Nell’ultimo anno si è scatenato il dibattito sul web 2.0 in Italia. Per la precisione mi riferisco al mio primario ambito di osservazione, ovvero le banche. per questa ragione ho intrapreso un cammino sistematico per provare a raccontare le principali esperienze. Ecco l'indice al momento:
1 - Contesto tecnologico generale
2 - La tecnologia ed il credito “social”di Zopa
3 - Il marketing nei blog
4 - Non solo Zopa, Boober e la banca dei poveri
5 - La prudenza delle Banche
6 - Esperienze utente, IWbank, BNL e Second Life
7 - Uso operativo: contesto, intelligence e mercato
8 - Monitoraggio, l'individuazione degli "Influencer"
9 - Monitoraggio e Social Network Analysis
10- Il web 2.0 e l’organizzazione interna
11- La comunità di pratica
12- Sviluppare Comunità di pratica
Mi viene in mente un vecchio detto che usava la mia nonna, che forzando la rima diceva “sono come la sora Camilla, tutti la vogliono e nessuno se la piglia...” . Infatti sembra che a dispetto del gran parlare non ci siano grandi novità.
Naturalmente questo non è necessariamente un difetto ma allora... perché tanto dibattito?
Diciamo che, come nel caso di molte BuzzWords, la discussione è più alimentata dai cosiddetti opinion maker che dagli operativi, basta infatti ricordare i problemi di integrazione tra banche (Intesa e San Paolo o Unicredit e Capitalia per esempio) per capire che le velleità di innovazione sono obiettivi secondari. Se a questo si aggiungono i processi di Compliance degli ultimi anni (e qui basta citare Basilea 2, Market Abuse o IAS) è chiaro perché temi come il banking 2.0 ed simili sono relegati spesso alle discussioni nei workshop o eventi.
Da un punto di vista tecnologico forse la cosa più concreta è l’introduzione di SOA, spinta soprattutto da grandi produttori, ma anche qui, non come filosofia progettuale aziendale, quanto come tecnologia da utilizzare in alcuni contesti di integrazione. Per il resto il vero caro vecchio mainframe la fa da padrone, e con lui l’inossidabile cobol che, con la sua semplicità, garantisce costi bassi di realizzazione e costi bassi nell’approvvigionamento delle risorse umane.
Non bisogna dimenticare poi che negli archivi digitali delle banche risiedono innumerevoli moduli software funzionanti bene o male da anni. Questo software, di cui talvolta si è persa anche una perfetta conoscenza, rappresenta un patrimonio enorme. Riacquisire know-how e sviluppare nuovamente altro software costituisce un costo.
Inoltre il riflusso conseguente al primo innamoramento (pagato a caro prezzo da molti) per le nuove tecnologie ha fatto il resto. In alcune strutture la parte IT che segue il mainframe e l’IT che segue le tecnologie di networking sono sufficientemente separate e spesso in scarsa comunicazione. Conseguenza di differenze culturali e generazionali.
Forse dopo domani tecnologico, quando sarà sempre più difficile reperire programmatori Cobol (lo spiegate voi ad uno che si è laureato al Politecnico di Milano che deve andare a fare l’A.M. di una procedura vecchia di 15 anni..) ci sarà un lento ulteriore spostamento.
Già oggi sento dire che sulla piazza di Londra c’è fame (e quindi soldi) di programmatori cobol. In ogni caso le banche sono, in linea di massima, ancora mainframe-centriche.
Gli altri paragrafi....
1 - Contesto tecnologico generale
2 - La tecnologia ed il credito “social”di Zopa
3 - Il marketing nei blog
4 - Non solo Zopa, Boober e la banca dei poveri
5 - La prudenza delle Banche
6 - Esperienze utente, IWbank, BNL e Second Life
7 - Uso operativo: contesto, intelligence e mercato
8 - Monitoraggio, l'individuazione degli "Influencer"
9 - Monitoraggio e Social Network Analysis
10- Il web 2.0 e l’organizzazione interna
11- La comunità di pratica
12- Sviluppare Comunità di pratica
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-Focus su Zopa
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In tema col post, ti segnalo anche quest'altra inziiativa di Social Lending
ReplyDeleteUps, mi è partio l'invio... chiedo scusa :) Dicevo, in tema di finanza 2.0 e soprattutto di Social Lending ti segnalo anche questo sito per i prestiti tra privati. Ciao
ReplyDeleteIn tema di social lending è molto interessante anche www.kiva.org
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ReplyDeletegrazie Riccardo, in effetti Kiva è uno degli argomenti di un prossimo post, però vorrei farlo precedere da un post proprio sul valore contributi di persone come te, che possono aiutare nella formazione della conscenza.
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