Tuesday, May 7, 2013



Sabato 11 maggio sarà presentato il film documentario “Ritorno a Battipaglia, la città nuova”, che ho realizzato negli scorsi mesi insieme all’amico Guglielmo Francese (www.ritornoabattipaglia.it).

Battipaglia, il cui nome evoca ai più l’idea della famosa mozzarella di bufala, è una città strana, in realtà ha una storia molto particolare. E’ al centro della piana del Sele, una terra fino all’ 800 quasi interamente paludosa e infestata dalla malaria. I Borboni ne avviarono la bonifica ed il territorio, mano a mano che veniva recuperato alle coltivazioni, diventava appetibile per le popolazioni delle regioni circostanti che vi si indirizzarono quasi come i pionieri americani verso il “West”.

Prima di essere travolti dall’onda garibaldina i Borboni avviarono proprio a Battipaglia uno dei primi (forse il primo?) progetto di edilizia popolare per i terremotati del 1857. Battipaglia divenne comune solo nel 1929, in ossequio alla politica di ruralizzazione del regime fascista.  Le singolarità nella breve vita della città non finiscono qui però, nel 1943 è protagonista dello sbarco alleato, secondo solo a quello dell’anno successivo in Normandia. Lo sbarco di Salerno ha il suo punto centrale proprio nel litorale battipagliese e la città è il principale campo di battaglia degli eserciti contrapposti. Infine Battipaglia torna alla ribalta nazionale quando nel 1969 la polizia spara e uccide due innocenti, la città si rivolta e scaccia per un giorno intero le forze dell’ordine dalla città.

Il titolo del documentario è la citazione di un omonimo documentario degli anni 70, ora negli archivi AAMOD, realizzato a seguito dei gravi fatti del 9 aprile 1969 in cui morirono Carmine Citro e Teresa Ricciardi.

Il documentario che verrà presentato è solo una parte di un progetto culturale più ampio che prevede il consolidamento del patrimonio documentale e fotografico riguardante Battipaglia in un archivio digitale della memoria di questa città. Abbiamo puntato sulla contaminazione, vista come arricchimento, delle fonti istituzionali con le testimonianze della famiglie che hanno contribuito a costruire la storia della città

L’esperimento che abbiamo tentato è stato di utilizzare il documentario quale stimolo  per la raccolta di fotografie, video e documenti provenienti da patrimoni familiari, grazie al coinvolgimento dei singoli cittadini in uno spontaneo meccanismo di raccolta attraverso i social network.

L’esperimento è riuscito ed ha determinato la formazione di un patrimonio di informazioni e documenti che è già in corso di catalogazione con la piattaforma di archiviazione digitale (www.xdams.org)  che rimarrà, speriamo incrementandosi, a disposizione della città, un esempio di collaborazione tra pubblico e privato nel settore della cultura.

A questo punto voglio solo raccontare qualche dettaglio sul documentario, arricchito di un piano più narrativo, realizzato grazie alla collaborazione di due interpreti, la bravissima attrice streheleriana Pia Lanciotti e Alessandra Gigli, l’altra bravissima protagonista, che ha eseguito letture tratte da documenti e brani bibliografici.

Mi corre l’obbligo di ricordare però l’aiuto di tanti altri artisti e musicisti: Paolo Aguzzi, Alessandro Capodanno, Paolo Senatore, Vincenzo Zoppi, Massimo Cataffo, Giuseppe Mirra, Antonio Catarozzo, Rita Ferro, la Corale Mutterle, Margherita Amato Galante, Antonio Campanile, Vincenzo Carbone, Erich Janon, Gianluca Poto, Emiliano Martino, Damiano Panico, Cosimo Panico, Marco Panico e naturalmente il maestro Guglielmo Francese.


Wednesday, May 1, 2013

Sto leggendo Milano City Blues...

...sono però a buon punto e per questo mi sento di consigliarvelo...

Massimiliano è un amico ma, fatta la tara della oggettiva dose di partigianeria dovuta all'affetto che nutro nei suoi confronti, anche lui sa che ne avrei parlato bene ad ogni costo, per rispetto dell'intelligenza sua e dei pochi sventurati che transitano da questo blog.
Il libro però è avvincente e piacevole e questo risolve ogni mio problema, per cui posso consigliarlo a tutti coloro i quali amano le letture di qualità. Milano City Blues è un noir e tra le sue pagine si celano riferimenti alle oscure vicende di questo nostro paese, quelle passate e quellle prevedibilmente future. Si perchè questo paese è così ingessato che gli avvenimenti si ripetono, dando concretezza all'eterno ritorno di Nitsche, basta conoscere il passato per capire, con buona approssimazione quello che ci accadrà in futuro.
Conoscere il passato, in particolare quello recente, è il maggior pregio di Massimiliano, nonostante la sua giovane età (rispetto alla mia), il che gli permette di scrivere cose non banali nelle quali si rintracciano i segnali di chi non si arrende. Il libro, non a caso, è uscito il 25 aprile.