Friday, August 1, 2008

Iphone: bufala o innovazione? discussione con gianluca sull'importanza di riuscire fare cose semplici sovvertendo il punto di partenza (seconda parte)

Nel post di ieri ho provato a raccontare quale era la vera novità introdotta sul mercato dall'iphone, di fatto nessuna cosa nuova ed al tempo stesso tutto nuovo. Quello che ieri si poteva fare, con fatica, sui cellulari tradizionali oggi si può fare sull' iPhone in maniera naturale.

Questa considerazione, apparentemente semplice, apre le porte all'uso su dispositivi portatili di molte applicazioni web utilizzate fino ad ora solo su PC e laptop. E' il passo definitivo verso "l'uomo connesso" che sfutterà ovunque le possibilità offerte da servizi offerti attraverso la "nuvola" del web. E' quindi anche un passo notevole verso il cloud computing, un approccio che credo sia destinato ad entrare nella nostra vita e a cambiare radicalmente le nostre abitudini nel consumo di tecnologia.

C’è da scommmetterci quindi che la Apple ha visto giusto anche questa volta ed il fatto che tutti i produttori la stiano seguendo sembra dimostrarlo. Dopo HTC, anche Nokia sta per uscire con un telefono tutto display e multi touch, e BlackBerry farà la stessa cosa.

Piano piano, in futuro, le distanze si accorceranno e ci sarà una distribuzione diversa del mercato, ma il passaggio è ormai compiuto e per ora iPhone si gode un bel vantaggio competitivo. Direi abbondantemente meritato.

Quindi è questa la novita: è semplice... si può usare...

Ovviamente mi sono chiesto: ma ci voleva tanto?

La risposta me la sono data con le riflessioni a due mani via mail con gianluca... non è stata certo scoperta la nuova legge di gravitazione universale, si è solo usato meglio quel che c'era. Ma tante volte le rivoluzioni partono da cambiamenti piccoli e semplici che avvengono nel modo giusto e nel momento giusto.

La storia dell'informatica (e non solo) è piena di grandi idee finite nel nulla perché vendute male, e viceversa di idee banali che hanno avuto successi strepitosi perché commercialmente ben presentatte. In fondo è stata proprio la casa di Cupertino a subire questa legge non scritta quando, per prima, ha introdotto una GUI per il sistema operativo fino ad allora gestito solo per linee di codice e senza colori, come per il DOS o il CPM. La sua interfaccia a finestre fu però presto oscurata sul mercato dal successo di Windows che aveva agganciato il treno dell’IBM che era entrata pesantemente nel mercato del PC e dalla nascita di tanti "cloni" dei prodotti IBM.

E’ stata proprio la vicenda della Apple e di Windows che mi ha fatto venire in mente che in fondo anche ciò che succede oggi con iPhone è fondamentalmente una riproposizione di una strategia vecchia di più di 20, da quando nel 1984 la Apple introdusse la sua interfaccia grafica per i PC, pensando, giustamente, al mercato di massa fatto di persone non esperte.

Semplificare al massimo possibile l’uso di uno strumento, altrimenti ostico ai più, per frantumare le barriere d’accesso alla tecnologia.

In questi anni Steve Jobs ha imparato il valore del marketing e quindi c’è da scommettere che difenderà meglio il vantaggio acquisito, fondendo tecnologie avanzatissime con interfacce usabili, uno styling raffinato e comunicazione adeguata, per trasformare oggetti già tecnologicamente evoluti anche in oggetti cult, come in precedenza con i suoi PC e l’iPod.

Ribaltato il punto di partenza nella progettazione di un cellulare

Torno per un attimo alla tecnologia però. Questa “innovazione”, che ho definito banale, è stata resa possibile da tutta la tecnologia concentrata nell’iPhone. E’ stato questo forse il vantaggio stategico della Apple, avere il know how per portare le dimensioni di un PC a quelle di un cellulare e non viceversa, “inzeppare” funzioni di un PC all'interno di un cellulare. Vantaggio questo ovviamente derivante anche da una diversa cultura aziendale in Apple, computer centrica, e quindi opposta a quelle di una casa costruttrice di cellulari.

Semplificare l’interfaccia significa avere a disposizione strumenti e potenza tecnologica per rendere semplice quello che altrimenti sarebbe realizzabile attraverso procedure più elaborate e complesse.

Ovviamente poi occorre avere la capacità di “fare” le cose semplici, ovvero "pensarle" e "progettarle". Abbiamo fantasticato di una schiera di ingegneri, con il camice bianco, dietro una ragazzina delle medie, scelta tra le meno brillanti, che dice “io metterei un bottoncino rosa li...” mentre il battaglione di ingegneri prendeva appunti e si scambiava, l’un l’altro, sguardi un po’ stupiti..

Concedetemi quella piccola nota di colore ma oggettivamente credo che non ci sia nulla di più difficile di progettare cose semplici, anche perchè talvolta la competenza e la razionalità sono un ostacolo per comprendere il punto di vista di quello che sarà poi il reale target di utenti.

Chiudo con una breve segnalazione del progetto Open Source rilasciato su Code di Google da Gianluca per implementare le funzionalità di Lightstreamer, l'Ajax streaming di cui abbiamo parlato in passato, in ambiente Mac e che dovrebbe essere compatibile anche con l’ambiente iPhone.