Wednesday, March 12, 2008

Serve MySpace ai piccoli e grandi gruppi musicali? L'opinione di chi lo vive in prima persona: The Sunnation, giovane band milanese

MySpace è l'esempio più rappresentativo del fenomeno del Social Networking e la musica il segmento, che al suo interno, ne ha determinato più d'altri il successo. Oggi ne parliamo con Simone Pase dei The Sunnation, per capire la novità che MySpace ha significato per quelle micro-aziende che sono i gruppi musicali emergenti.



CB: Ciao Simone, direi come prima cosa di cominciare ad inquadrare il contesto. Chi sono the Sunnation e chi è Simone?

SP: I Sunnation non sono altro che uno dei tanti gruppi musicali italiani, precisamente di Milano, che hanno l’obiettivo di riuscire, un giorno, a “sfondare” nell’industria discografica.

Questo è l’unico aspetto in comune con le altre band. Le differenze consistono essenzialmente nello stile, nel genere, e nella fiducia pressoché nulla nella discografia italiana.

Simone è il sottoscritto, nonché frontman di questo gruppo e persona molto eclettica e curiosa.
Ovviamente oltre alle velleità musicali mi dedico a quella che rappresenta la mia principale occupazione, ossia lo studio della facoltà di Scienze della Comunicazione all’università Iulm di Milano. Dovrei conseguire la Laurea tra meno di un anno.


CB: Facciamo anche un po’ di pubblicità... quale è il pezzo dei Sunnation che consigli di ascoltare nel vostro Spazio?
(http://www.myspace.com/thesunnation)

SP: “Disco Paradise”. E’ quello che meglio rappresenta la nostra identità oggi.


CB: MySpace è nato come un grande social network generalista, ma mi sembra che in realtà, sempre di più, diventa un canale tematico su musica, arte ed entertainment, seguendo una tendenza di verticalizzazione che sembrava valere per tutti, ma non per MySpace. Nella tua doppia veste, di musicista e appassionato di comunicazione, condividi questa analisi?

SP: Ragionando in maniera molto sintetica non mi sento di dissentire. Tuttavia credo che la sua essenza principale sia “pubblicitaria”, nel senso etimologico della parola e inerente a tutto l’ ”universo” di collegamenti che tale definizione comprende.
Quindi il fatto rendere pubblico ed accessibile ai più qualsiasi tipo di aspetto che i suoi utenti vogliono mostrare. Da loro stessi, alla musica, al cinema, agli spettacoli, alla promozione generica in generale.


CB: Ad un complesso giovane e poco conosciuto serve veramente essere su MySpace? In fondo richiede un certo impegno, quali sono i vantaggi ed il rapporto costi/benefici? Quali sono materialmente le attività che garantiscono un certa visibilità?

SP: Sicuramente serve. E dirò di più. Non solo a un gruppo giovane, ma serve soprattutto ai gruppi affermati che così si ritrovano con un canale in più e più diretto grazie al quale elargire e veicolare le informazioni che lo riguardano. Compreso il contatto più veloce e informale con il proprio pubblico, con l’enorme possibilità di arrivare anche a frange sempre nuove.
Ovviamente una così grande potenzialità richiede, dalla sua, pure un impegno notevole.
Infatti, oltre all’aggiornamento continuo - giornaliero direi - del proprio spazio, immaginiamo solo il tempo necessario per rispondere a tutti i messaggi o per farsi conoscere grazie ai “biglietti da visita”, commenti, messaggi personali ecc…

Si può dire che questo sia il costo principale da sostenere per un gruppo giovane. Il proprio tempo. La propria dedizione, niente di più. Il che non significa che non ci sia spazio per pubblicità a pagamento. Ovviamente ne usufruisce chi ha i mezzi, quindi non è il nostro caso.


CB: Ma è proprio vero che si può diventare famosi dal nulla?

SP: Io alle favole col lieto fine credo e mi piace crederci. Non vedo perché vorrei escluderlo. Alla fine il business coinvolge ogni ramo, quindi non vedo perché un gruppo senza etichetta su myspace, ma enormemente seguito e apprezzato, non possa rivelarsi appetibile per una major. Sarebbe un controsenso economico. E’ semplicemente cambiato il modo di proporsi. Non si spedisce più la cassettina marciona alla casa discografica, si da semplicemente il contatto myspace. Con la consapevolezza che in quella paginetta si debba rappresentare al meglio tutto il “mondo” e le peculiarità che il gruppo vuole trasmettere.

La casa discografica, così, si ritrova in mano molte più informazione rispetto alla sola cassetta con 4 canzoni.


CB: Mi raccontavi qualche giorno fa che dagli inizi MySpace è molto cambiato, riesci a tracciare un profilo di questo cambiamento?

SP: La peculiarità principale di MySpace è quella di essere in completa e continua evoluzione. Di essere sempre “work in progress”, al fine di adattarsi a tutti i cambiamenti e alle nuove necessità comunicative dei singoli utenti e non.

Solo due anni fa si presentava come una finestra che definirei alquanto “casereccia”, spoglia e standardizzata nelle sue parti - molto emblematica la foto di Tom, suo padre fondatore e primo “Top Friend” per tutti, in maniche corte davanti al mobiletto del PC di casa -
Oggi invece, dopo il suo boom di accessi - prima americano del 2005, e poi, mondiale del 2006 – MySpace si è riempito logicamente di pubblicità, links e attività di promozione parallele.
Per non parlare della grafica, enormemente migliorata, come pure la sua gestibilità e le possibilità che offre.


CB: Oltre MySpace... il web, come viene definito oggi, 2.0.... quali strumenti offre per promuovere se stessi ed il proprio prodotto musicale, qual’è il lavoro necessario per questo tipo di attività e quali i benefici che se ne possono trarre?

SP: Gli strumenti sono plurimi. La differenza non è in quello che offre, piuttosto al fatto che offre tutto il possibile CONTEMPORANEAMENTE. Grazie soprattutto alla sua collaborazione con altri social network come YouTube o iTunes.
Per questo motivo è più facile organizzare una vera e propria campagna pubblicitaria improntata su tutti i fronti e le su tutte, o quasi, le possibilità comunicative di cui l’uomo nel 2008 dispone.
Concretamente: audio musicali, filmati, banner, links, finestre, foto, ecc…


CB: La comunicazione è cambiata, l’on-line sta diventando uno dei canali principali e per settori come la musica probabilmente lo è già. In quali altri segmenti pensi sia più facile utilizzare il web come canale di comunicazione?

SP: A mio parere non è un discorso di facilità o in che cosa sia più facile.
Inesorabilmente il web arriverà ad essere strumento principale e fondamentale in ogni attività e settore. Il web è una rete nel mondo ramificatissima oramai. Ne ricopre la maggior parte.
Se sei fuori dal web, non esisti.


CB: Ora la sfera di cristallo.... quale futuro per: social network, Sunnation e Simone?

SP: Questo lo ignoro.

4 comments:

  1. Simone complimenti a te ed al tuo gruppo, le canzoni sono fantastike!!! questa intervista illuminante spero possa essere d'illuminazione x me e x il mio gruppo http://www.myspace.com/ilchelli

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  2. I think more information should be provided in the blog!!

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  3. probably you are right but unfortunately music is not my specific field of knowledge.. I'm completely untuned too!!! :) I have seen you are focused on music... if you like we can share your opinions with an interview!!!

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  4. Grande Simo!!!
    Ahhahahah, la tua intervista è illuminante, complilenti pistola!

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