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Credo che l’innovazione più facilmente integrabile da parte delle banche, legata al “web 2.0” e alla componente tecnologica, potrebbe riguardare le interfacce predisposte per utenti interni ed esterni.
Le possibilità offerte oggi dalle “Rich Internet Applications” sono un sicuro plus per ottenere applicazioni molto potenti, lato utente. Qualche Banca si era già mossa in passato, ma ora tecnologie come Comet e Ajax offrono nuove possibilità.
La rigidità delle prime applicazioni web based può essere infatti essere superata dalle tecnologie citate, che rendono il front end interattivo almeno quanto le analoghe applicazioni sul client. In più si dispone di una capacità di reagire alle sollecitazioni per richieste esplicite degli utenti decisamente superiore a quelle in cui esiste comunque un problema di distribuzione del software.
Inoltre meccanismi adattativi, studiati in base alla navigazione dell'utente specifico, alla sua storia e alle caratteristiche del target cui appartiene, creano la possibilità di ottimizzare la customer experience. Ad oggi sono disponibili funzionalità avanzate quali drag and drop, finestre e layout personalizzabili dall'utente o il pushing informativo che ribalta la tradizionale natura pull del paradigma del web.
Osservando invece le caratteristiche più “intrinsecamente sociali” del nuovo corso del web la situazione è un po’ più statica. C’è da ammettere che la natura “propositiva” e "libera" del social networking mal si adatta all'immagine delle istituzioni che gestiscono i nostri soldi. Ma non mancano delle eccezioni.
Da un punto di vista di modello di business una novità è quella del social lending, è arrivato infatti anche in Italia Zopa (http://www.zopa.it/), un servizio che cerca di fare incontrare più facilmente persone che cercano denaro con persone che vogliono metterlo a disposizione, dove naturalmente oltre a mettere a disposizione il “luogo” di incontro Zopa si incarica di provvedere ad un minimo di vigilanza.
Io più che "social" lo definirei un servizio low cost, che snellendo le consuete procedure bancarie, legate spesso ad eccessiva burocrazie ormai sedimentatasi nel tempo, cerca di offrire costi migliori. In Italia se ne occupa un Sella, Maurizio, solo cugino dell'omonimo banchiere, ma in ogni caso appartenente alla celebre "dinastia" e con un passato nella Finanza internazionale in Citigroup ed altri contesti.
Come dichiara Maurizio Sella “L’esigenza primaria è di ridurre o eliminare l’intermediazione sul mercato. Questo è avvenuto, nel tempo, in molti settori: nel commercio, nel turismo, nel sistema bancario”.
In effetti se, nel 1992, all’esordio della borsa telematica italiana, qualcuno avesse previsto in tempi brevi il fenomeno del trading on line di massa sarebbe stato guardato con sospetto. Oggi la maggior parte dei volumi in borsa è generato direttamente dagli utenti finali senza intermediazione e a costi dimezzati rispetto al solo 1998.
Questo dimostra che anche in ambito bancario è possibile la "disintermediazione" di cui parla Sella.
Ma è curioso come, in un periodo in cui la Comunità Europea spinge per una più rigida regolamentazione del sistema creditizio (Basilea 2), nascano iniziative che in qualche modo vanno in senso (apparentemente?) contario. In ogni caso per chi vuole conoscere qualcosa in più segnalo l’intervista a Maurizio Sella su Eccellere Business Community.
Leggi gli altri paragrafi....
1 - Contesto tecnologico generale
2 - La tecnologia ed il credito “social”di Zopa
3 - Il marketing nei blog
4 - Non solo Zopa, Boober e la banca dei poveri
5 - La prudenza delle Banche
6 - Esperienze utente, IWbank, BNL e Second Life
7 - Uso operativo: contesto, intelligence e mercato
8 - Monitoraggio, l'individuazione degli "Influencer"
9 - Monitoraggio e Social Network Analysis
10- Il web 2.0 e l’organizzazione interna
11- La comunità di pratica
12- Sviluppare Comunità di pratica
Argomenti correlati:
-Intervista a Gianni Soreca IDC Consulting Director
-Focus su Zopa
-Focus su Boober, Intervista a Manolo Maffeis
-La percezione della comunicazione, R.Taverna
-Dati Abi 2007
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