Thursday, April 17, 2008

Il banking 2.0, il nuovo web per le Banche:(parte XII) Progettare la Comunità di Pratica

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Fino ad ora uno dei concetti che ha trovato maggiore riscontro nelle grandi organizzazioni in generale, e nelle banche in particolare, è quello delle centralizzazione del controllo dell’informazione, anche interna.

Un’applicazione rigida di questo concetto confligge ovviamente con un metodo di lavoro alternativo che punta al coinvolgimento degli individui. Questo coinvolgimento non può essere stimolato se contemporaneamente l’individuo percepisce un’idea di “controllo” eccessivo.

Si tratta quindi, per il management, di fare un salto di qualità nei rapporti interni e di rimettere in gioco scelte consolidate, ma mio avviso, le potenzialità di crescita determinate da questo approccio sono enormi. Sono enormi sopratutto in relazione alla capacità dell’individuo (se stimolato) di portare all’interno della struttura aziendale conoscenza esterna, grazie alla propria abilità di networking individuale che, secondo la medesima teoria su cui si sono sviluppati i social network, indica in sei gradi di separazione che dividono ciascuno di noi da ogni altra persona e quindi dal suo sapere

Modello di progettazione della comunità

Come si vede il metodo collaborativo segue un principio che tende a destrutturare i processi e le stesse organizzazioni, quindi impegnativo da accettare. I passi del percorso organizzativo che occorre sviluppare possono essere sintetizzati come segue:

  1. progettare l’evoluzione della comunità, assecondando i naturali trend delle comunità senza necessariamente imporre un solo modello precostituito.
  2. Creare un dialogo tra interno ed esterno, ovvero favorire l’osmosi tra la conoscenza interna agli individui della comunità e la conoscenza disponibile.
  3. Promuovere diversi livelli di partecipazione per consentire a ciascuno di “usare” la comunità sulla base delle proprie esigenze
  4. Sviluppare aree pubbliche e private, per favorire le “cellule” di individui e gli individui stessi che troveranno spazi di conversazione individuali e collettivi.
  5. Focalizzarsi sul valore attraverso l’opera dei moderatori e degli individui più attivi per valorizzare il contributo dei singoli
  6. Stimolare il ritmo, ovvero evitare la perdita di interesse nei confronti della comunità combinando adeguatamente routine ed innovazione

Leggi gli altri paragrafi....

1 - Contesto tecnologico generale
2 - La tecnologia ed il credito “social”di Zopa
3 - Il marketing nei blog
4 - Non solo Zopa, Boober e la banca dei poveri
5 - La prudenza delle Banche
6 - Esperienze utente, IWbank, BNL e Second Life
7 - Uso operativo: contesto, intelligence e mercato
8 - Monitoraggio, l'individuazione degli "Influencer"
9 - Monitoraggio e Social Network Analysis
10- Il web 2.0 e l’organizzazione interna
11- La comunità di pratica
12- Sviluppare Comunità di pratica

Argomenti correlati:

-Intervista a Gianni Soreca IDC Consulting Director
-Focus su Zopa
-Focus su Boober, Intervista a Manolo Maffeis
-La percezione della comunicazione, R.Taverna
-Dati Abi 2007

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