Thursday, February 14, 2008

Boober risponde... intervista a Manolo Maffeis, direttore generale di Centax: (parte II) Basilea 2, i partner ed il futuro del social banking








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Leggi la prima parte....

CB: Comincerei questa seconda parte con una domanda è un po’ tecnica. Le Istituzioni Europee hanno meglio regolamentato il mondo del credito con la nota normativa Basilea 2. L’obiettivo è quello di dare più trasparenza ai meccanismi di erogazione. Come impatta questa normativa sul social lending? L’anomalia è che i finanziatori sono privati in questo caso.

MM: Basilea 2 è una normativa rivolta a banche e finanziarie, che sono impattate soprattutto per quanto riguarda il credito verso le aziende. Noi non siamo direttamente coinvolti, ma possiamo dire di essere quantomeno in linea con le più avanzate procedure bancarie di erogazione di credito al consumo, poiché ogni utente richiedente viene analizzato e, se accettato, la sua affidabilità viene classificata su 6 livelli di rischio.


CB: L’approccio innovativo di Boober ed altre iniziative simili è l’avere colto la maturazione del fenomeno “contributivo” del web e questo potrebbe significare che solo il web è il vostro mercato. Il vostro marketing è concentrato su strumenti di comunicazione della rete o avete in cantiere iniziative diverse?

MM: Sicuramente il cuore dell’iniziativa è e rimarrà internet. Riteniamo comunque che ci possa essere spazio per iniziative di marketing non su internet per fare conoscere l’iniziativa, che non è facilmente spiegabile con un banner o uno slogan. Per esempio recentemente siamo stati presenti al torneo Internazionale di Tennis di Bergamo, un importante torneo secondo in Italia solo agli ATP di Roma e che ha avuto un successo ed un’affluenza di pubblico straordinaria.


CB: Ad eccezione dei prestiti peer to peer il cosidetto web 2.0 sembra avere un impatto limitato sul Banking. Da esperti di entrambi i settori vedete qualche novità all’orizzonte?

MM: Riteniamo che il peer to peer possa avere altre applicazioni in ambiti simili, ad esempio mutui, finanziamenti ad imprese ecc.. Per quanto riguarda questi ed ulteriori sviluppi è pero’ necessario tenere in considerazione i vincoli normativi, che in Italia e negli altri paesi europei sono molto stringenti e limitano certe attività ai soli istituti bancari.


CB: Credo che la legittima curiosità per i non addetti ai lavori è conoscere “chi ci è dietro”. Se non erro Centax è nata come azienda tecnologica, ma poi ha cominciato ad offrire anche servizi finanziari e ora è approdata anche al social lending. Come mai questo percorso?

MM: In effetti non direi che Centax è nata come azienda tecnologica, in quanto Centax è nata 20 anni fa portando in Italia il Servizio di Garanzia Assegni, quindi un servizio finanziario. Ancora oggi siamo leader in questo segmento ed abbiamo via via esteso l’operatività alla gestione di transazioni di pagamento con elevato contenuto innovativo o tecnologico ed alla gestione di pagamenti con incasso differito. Il p2p lending non è molto dissimile da questo: in fin dei conti si tratta di un sistema evoluto di gestione del rischio e di gestione di incassi e pagamenti effettuato sul mezzo di comunicazione più innovativo quale è Internet 2.0.


CB: La tecnologia, l’IT in generale, sembra essere considerata soprattutto una voce di costo, invece rappresenta una leva di business per supportare l’innovatività dei prodotti “immateriali” come quello finanziari. L’anima tecnologica di Centax vi ha favoriti nella vostra scelta del social lending?

MM: Come dicevo Centax punta su sistemi di pagamento ad alto contenuto di innovazione e tecnologia: riteniamo quindi che la tecnologia sia un vero e proprio strumento di differenziazione in positivo rispetto all’offerta dei competitor. Sicuramente questa è stata una delle leve che ci ha spinti verso il social lending.


CB: Da quali valutazioni è dipesa la scelta di Boober come partner anziché altre analoghe iniziative internazionali?

MM: I motivi sono prevalentemente due: per prima cosa preferiamo il meccanismo di social lending di Boober a quello di Zopa, in quanto più trasparente e libero per gli utenti, secondo Boober International rappresenta un partner affidabile, con un’esperienza già avviata in Olanda e che ha risposto con molto entusiasmo ed interesse alla nostra proposta di espansione in Italia. Tanto è vero che il primo incontro è avvenuto a luglio ed a novembre siamo stati in grado di aprire il sito. Tra queste due date sono stati necessari approfondimenti e modifiche legali, organizzative e tecnologiche, inoltre abbiamo presentato l’iniziativa a Banca d’Italia e recepito le loro indicazioni. Posso dire che i due partner hanno fatto un ottimo lavoro, per certi aspetti persino più velocemente di quanto ci aspettassimo.

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