Dopo la grande esplosione c’è finalmente un passo indietro. Lo stesso Levi chiarisce che non c’è intenzione di coinvolgere i blog nella legge sull’editoria. Bene!
Ma...
Ma la situazione non è chiara.... il testo rimane fumoso e suscettibile di interpretazioni varie, quindi meglio non abbassare la guardia.
Mi rimane qualche pensiero nella testa però... perché tutta questa confusione..?
In una discussione su AsmallWorld qualcuno ha scritto che si tratta di una tempesta in un bicchier d’acqua, e da un po’ del rimbambito a tutti quelli che si sono riscaldati, in fondo si tratta, secondo lui, di normale scrittura e riscrittura che una legge subisce durante il suo iter...
Mi sembra un po’ semplicistica come osservazione...
Il testo è cosi volontariamente ambiguo che è difficile liquidarlo con una affermazione così. Come ho scritto in un precedente post, non c’è molto da preoccuparsi, la norma non sembra applicabile nella realtà, però da qui a considerarlo una specie di refuso in un testo ce ne corre.
Delle due l’una... o è effettivamente una leggerezza generata da chi non conosce questo mondo... e allora ahimè sono preoccupato... (come faranno questi signori a capire il bisogno di innovazione del Paese e sopratutto come faranno a sostenerlo??)
Oppure era veramente un desiderio di controllare almeno un po’ il fenomeno... e allora l’autogol è clamoroso.... ha idea il signor Levi quanti voti ha tolto alla sua parte politica? Quasi quanti l’infinita querelle Mastella-Di Pietro...
Anche se le conseguenze non sarebbero certo state “la morte della rete”, come enfatizzato da alcuni, è stato come mettere la benzina sul fuoco, dare a tutti quelli che vogliono attaccare questo governo o la politica in generale (oggi si chiama antipolitica..??) tonnellate di argomenti su cui discutere.
In entrambi i casi una leggerezza che francamente preoccupa...
Inoltre la norma, così come era nella prima versione, penalizzava più di tutti i service provider che ospitano blog in Italia... queste aziende hanno sui loro server database sterminati di utenti ed indirizzi email di persone sensibili al tema... è bastato poco per accendere la miccia...
I signori Tafazzi che hanno lasciato che ciò accadesse avrebbero dovuto fare un pò più attenzione, ma d’altra parte i nostri politici non sono forse i più adatti a capire la grande novità della Rete, su Times on line (ci sguazzano a parlare dell’Italia... ) si legge:
“Italy is a strange country. Put simply, it is a nation of octogenarian lawmakers elected by 70-year-old pensioners. Everyone else is inconsequential. Romano Prodi, the Prime Minister, is a spry 68, knocking off 71-year-old Silvio Berlusconi in last year’s election. President Giorgio Napolitano, 82, has six more years left on his term; his predecessor was 86 when he called it quits.... Recently, Italian lawmakers once again took aim at modern life, introducing an incredibly broad law that would effectively require all bloggers, and even users of social networks, to register with the state.” [leggi l'articolo...]
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