Tuesday, May 26, 2009

Viaggio nelle best practise del GREEN.IT e dell'ICT sostenibile: Enterprise Content Management e valore degli asset intangibili

Questa serie di post prosegue di pari passo con i miei spostamenti, ora è un Milano-Roma a darmi il tempo di lavorarci su.

La precedente parte era dedicata allo scenario cui fanno riferimento i progetti di ECM, che riconducono la propria efficacia alla ricerca di migliori processi aziendali ed alla riduzione dei consumi e dei relativi costi.


Dalla Gestione Documentale all'Enterprise Content Management

Un problema complesso e di forte impatto sulle aziende, essendo molto più che una semplice gestione di documenti, perché ormai da tempo si è superata la visione un troppo semplificata dei primi anni del document management. Si pensi che, mediamente, in strutture organizzative più o meno complesse l’insieme delle informazioni gestite è costituita per il 20% da dati strutturati e per l’80% da documenti di diversa natura, riconducibili all’insieme dei dati non strutturati.


I processi operativi utilizzano principalmente questo secondo insieme per lo scambio di informazioni tra le diverse unità che costituiscono la struttura, aumentando di fatto il peso con cui tale la tipologia di informazioni incide sull’efficienza dei processi.

Tanto più questi documenti circolano in formato non digitale, tanto più l’overhead, indotto dalla gestione fisica dei supporti, produce un aumento dei costi ed il rallentamento dell’iter lavorativo. Ci si trova di fronte a problemi di diversa natura quali, per esempio, quelli legati:
  • Allo spostamento dei documenti in sedi geograficamente remote o meno
  • Alla conservazione dei materiali
  • Alla fruibilità del documento originale
  • Alla difficoltà di raccogliere statistiche e definire metriche per la misurazione delle performance
L’ esigenza di rendere più efficiente la struttura operativa, sempre all’attenzione del management aziendale, è diventata in questo momento una priorità anche per le strutture che tradizionalmente avevano sempre avuto meno problemi di investimento, quali banche ed assicurazioni.


Recupero di efficienza, riduzione dei costi e ricerca del vantaggio competitivo

La parola d’ordine che più frequentemente si ascolta dai nostri interlocutori è infatti: “riduzione dei costi”, accompagnata però, sempre più spesso, anche da una ricerca di maggiore competitività sui mercati, concetti in apparente contraddizione, ma in realtà sostenuti dallo scenario internazionale corrente che impone una maggiore profittabilità degli investimenti.


Se la prima necessità, quella della riduzione dei costi, può essere soddisfatta da un’assessment dell’organizzazione e dei processi e dallo studio di miglioramenti compatibili con la necessità di investimento, la ricerca di vantaggi competitivi risulta sicuramente meno facilmente perseguibile.


La crescita attraverso la valorizzazzione degli asset intangibili

E' in questo caso però che si riesce ad esaltare il valore dell’informazione ed in particolare di quella parte di conoscenza non sempre immediatamente rilevabile. Uno studio di qualche anno fa della Federal Reserve evidenziava che il valore delle aziende sia determinato per una parte da asset tangibili ma per una parte altrettanto grande da asset intangibili, con una riduzione del peso dei primi 78% al 53%, come viene anche descritto in questo documento della Bocconi. Ciò mette in luce come l'emersione di un valore, di per se difficilmente misurabile quali appunto gli asset intangibili, contribuisce alla costruzione del valore, questa volta tangibile, dell'azienda, in misura praticamente pari al patrimonio, cosidetto reale . Sono molte le dimensioni con le quali può essere declinato il valore intangibile di una azienda quali:
  • Forza del management
  • Reputazione, comunicazione e trasparenza
  • Strategie e loro esecuzione
  • Processi
  • Network di relazioni
  • Capitale intellettuale ed umano
  • Capacità di innovazione
continua...

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