Tuesday, July 21, 2009
Finalmente Banca d’Italia usa il pugno duro!!! Non con una banca… cancellata Zopa e parte del social lending italiano. Auspichiamo una soluzione
Ho parlato spesso di social lending ed in particolare di Zopa, non perché li conosca personalmente e faccia il tifo, ma perché mi piace il concetto su cui si basa la loro attività, questa volta però non si tratta di buone notizie infatti Banca D’Italia ha chiesto (ed ottenuto) la cancellazione dall’albo degli intermediari finanziari.
Tecnicamente la revoca è opera del Ministero delle Finanze e l’accusa sarebbe di “aver fatto raccolta del risparmio (e non semplice intermediazione di pagamenti) a causa della giacenza sul Conto Prestatori Zopa del denaro in attesa di uscire in prestito” (dal comunicato di Zopa).
Bankitalia e Zopa, due versioni contrastanti.
Banca d’Italia ha successivamente precisato che “la società acquisiva la titolarità e la disponibilità dei fondi conferiti dai prestatori, violando l'obbligo di separatezza delle disponibilità di terzi da quelle della società; in tal modo si realizza una abusiva attività di raccolta del risparmio, con rischio per i terzi i cui fondi non vengono più scambiati immediatamente tra creditore e debitore come dovrebbe essere nello schema di social lending ma rimangono nella disponibilità della Zopa. Di fatto il creditore si trova inconsapevolmente in una posizione analoga a quella di un depositante senza le tutele previste dall'ordinamento per i risparmiatori.. …Le modifiche operative proposte da Zopa per risolvere il problema non sono risultate sufficienti a garantire la rimozione delle irregolarità, manifestando una strutturale difficoltà nell'assicurare il rispetto della disciplina in materia bancaria e finanziaria posta a tutela dei terzi e del mercato”.
Dal comunicato sembra emergere una indisponibilità di Zopa a risolvere il problema mentre Maurizio Sella, A.D. di Zopa, dichiarava nel comunicato dell’azienda che “ Siamo molto sorpresi da questa decisione che ci sembra dovuta unicamente a valutazioni di carattere tecnico-giuridico sul funzionamento della piattaforma, a fronte delle quali peraltro avevamo proposto una soluzione definitiva. Abbiamo sempre collaborato con Banca d’Italia, fin dalla fase di progettazione di un’iniziativa sicuramente non codificata. Nel gennaio 2008 abbiamo iniziato ad operare dopo avere ricevuto l’ok dell’Ufficio Italiano Cambi e da quel momento Zopa è stato un grande successo, soprattutto in un momento storico in cui il credit crunch escludeva intere fasce sociali dall’accesso al credito”.
Il social lending e la “Zona Grigia”, non solo business ma una scelta diversa.
Difficile dire quale delle due versioni corrisponda al vero ma una verità certa ed è contenuta nella frase di Maurizio Sella, la recente, stringente crisi ha ristretto ulteriormente i criteri di erogazione dei prestiti soprattutto nei confronti di quelle fasce che più ne avrebbero bisogno, quelle meno abbienti e quelle in zone del paese in cui ottenere un credito è veramente impresa ardua.
La pratica del social lending effettivamente agisce in una zona un po’ grigia, in cui le garanzie rispetto ad una banca sono minori, ma signori… ..rendiamoci conto che è proprio questa l’anima di questo servizio. Chi presta soldi non lo fa solo con il miraggio di ottenere un interesse più alto, ma lo fa spesso anche come scelta, consapevole che quel “social” comporta un rischio maggiore, un oncetto che ovviamente esula della technicality del controllo finanziario. Banca d’Italia chiederebbe la chiusura anche della Banca dei Poveri perché presta soldi senza garanzia ai poveri del mondo?
Permettetemi di sorridere… ci si preoccupa di una realtà piccola (7 milioni di euro intermediati) dopo non essere riusciti a prevedere nulla della grave recente crisi finanziaria che ha fatto scomparire nel nulla soldi di molte banche italiane (in ottima compagnia internazionale) e di molti enti locali ? Senza parlare di molti altri problemi nei confronti dei quali le azioni sono molto meno immediate, come le commissioni di massimo scoperto, immediatamente reintrodotte sotto mentite spoglie, dopo essere state vietate per legge.
“Esecuzione” o solo rigidità?
La blogosfera ha visto in questo atto una “esecuzione” su mandato delle Banche ma francamente credo che sia ingeneroso, anche perché dubito che le banche si preoccupino di un attore così marginale rispetto al loro business. La realtà è che probabilmente il social lending occupa un segmento che forse andrebbe meglio regolamentato, proprio perché la sua natura lo distingue dall’operatività tradizionale, distinzione che Bankitalia non ha saputo valutare o affrontare, utilizzando metodi tradizionali.
Sarebbe stata necessaria qualche valutazione più politica (ovvero più legata al contesto) per cercare una soluzione meno drastica. Probabilmente quello che si può rilevare che questa rigidità nelle valutazioni (che sarebbe auspicabile più in generale) è che è più facilmente applicabile se si ha davanti una realtà relativamente piccola come Zopa, piuttosto che una grande banca. La domanda è se Zopa fosse stata collegata ad uno dei maggiori gruppi bancari italiani come sarebbe andata a finire?
Ora cercare una soluzione con la buona volontà di tutti.
L’augurio è che ognuno delle parte coinvolte, sia Zopa che i suoi controllori, metta da parte pregiudizi, si siede ad un tavolo comune e tenti di guardare il problema dalla corretta angolazione, cercando di restituire agli italiani un servizio di cui gli italiani hanno dimostrato di avere bisogno.
A tal proposito sempre dal comunicato di Zopa cito “Zopa è nata nel Marzo del 2005 nel Regno Unito dove opera con un modello simile a quello di Zopa.it e dove conta 300mila iscritti e in cui più di 40mila persone sono arrivati a scambiarsi prestiti per 47 milioni di sterline. In Italia …sono infatti più di 40mila gli italiani iscritti alla community e in un anno e mezzo 5mila persone si sono prestate direttamente online più di 7milioni di euro (per l’esattezza 7.156.340 €, dato aggiornato al 10/07/2009). Zopa.it si attesta così oggi al terzo posto nella classifica europea delle community di social lending, dietro ai cugini inglesi di Zopa.com (partiti nel 2005) e ai tedeschi di Smava.de (partiti nel 2007)”.
Come diceva Arbore… meditate gente meditate…
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