Monday, May 4, 2009

Comunicazione e Capitale umano in tempo di crisi, il 91% degli impiegati vuole condividere le informazioni, se ne discute il 7 maggio all’OPEN DAY

Qualche giorno fa ho ricevuto l’invito per giovedi 7 maggio all’Open Day (viale Ergisto Bezzi 2) organizzato da IQM selezione e Krauthammer (multinazionale che fornisce servizi di Consulenza, Formazione manageriale e Coaching) ed è stata l’occasione per una riflessione sulla percezione del capitale rappresentato dalle risorse nel bel mezzo di questa “grande crisi”.

Alberto Baggini, CEO di IQM e professore al Politecnico di Milano, è stata una delle persone che per prime hanno animato le discussioni sul mio blog con una intervista sull’argomento “capitale umano”, arricchendolo del particolare punto di vista di chi ha il compito di valutare candidati per una eventuale assunzione.


Manager all'altezza della crisi?

Avevamo parlato delle differenti tipologie di intelligenza e di come tali abilità devono essere calibrate rispetto alle reali esigenze della azienda che sta ricercando personale, di come sia importante far emergere le reali caratteristiche ed in particolare Alberto Baggini aveva evidenziato che nel suo lavoro “ colloqui sotto stress consentono di valutare le reazioni dei candidati di fronte a reazioni non prevedibili o difficilmente inquadrabili, in modo che il nostro interlocutore non possa mettere in atto un comportamento consolidato ma debba mettere in gioco il proprio istinto, la propria capacità di improvvisazione e di gestione delle criticità, che sono poi requisiti fondamentali di fronte a richieste endogene od esogene di adattamento”.

Se è vero che spesso in tempi normali le doti di leadership di un manager non vengono sottoposte a stress particolari, fusioni, cali di risorse finanziarie o di quote di mercato fanno esplodere in tutta evidenza le contraddizioni di manager non adeguati al ruolo che ricoprono.


Il costo aziendale di professionalità inadeguate e la "distanza" tra manager ed impiegati

La valutazione di un candidato (sia manager o meno) ha una grande criticità ed un peso nella vita aziendale successiva, perché ovviamente l’introduzione in una struttura di professionisti non adeguati al ruolo ha un peso crescente, quanto più diminuiscono le dimensioni della società e quanto più la crisi erode i margini operativi.

Leggiamo da più parti che la crisi “rappresenta una opportunità” , ricorrendo ad un raffigurazione benevola della realtà, in quanto sarebbe molto più corretto dire che la crisi è uno “stimolo” a mettere in piedi un processo maggiormente virtuoso, nel controllo dei costi e nella valorizzazione degli asset.

L’opportunità è infatti un evento puntuale che si presenta limitato nel tempo, mentre la necessità di migliorare processi e strutture è permanente, ciò che cambia è solo la percezione dell’urgenza con cui porre rimedio a disfunzioni e disservizi, urgenza che in tempi di crescita viene solamente nascosta dall’andamento positivo di una azienda.

Questa “opportunità” però, anche durante la crisi (o soprattutto?), rimane spesso uno slogan scritto sui giornali, perché un periodo di recessione non fa altro che amplificare la necessità di tagli e tali tagli vengono spesso realizzati sulla base solo di criteri “immediatamente” economici, senza valutazioni sui valori intrinseci e sulle prospettive di medio e lungo termine. La contrazione del mercato, a mio avviso, non fa ha altro che amplificare il muro che spesso esiste tra livelli di management diverso e tra manager ed impiegati.


La comunicazione e la condivisione come valore aziendale e qualità di un manager

Proprio il comunicato stampa dell OPEN DAY contiene alcune statistiche che sostengono tale percezione “Da un’indagine realizzata a livello europeo da consulenti esperti di formazione e coaching manageriale facenti parte di Krauthammer è emerso che la maggior parte dei manager non riesce a soddisfare le esigenze dei dipendenti e conseguentemente neanche quelle aziendali. I dipendenti desiderano essere informati dai loro manager sulle decisioni prese e che queste ultime siano contestualizzate e accompagnate da chiarimenti. Il 40% dei manager soddisfa tale richiesta, tuttavia, più di un terzo (35%) ha la tendenza a limitarsi ai fatti e ai dettagli; il 25% ha un atteggiamento opposto, ossia fornisce spiegazioni imprecise e vaghe. Quando i dipendenti riscontrano difficoltà nell'eseguire un compito, il 91% di essi desidera analizzare i problemi insieme ai manager, ma solo il 47% dei manager si comporta in tal modo, mentre un terzo (31%) tende a fornire ai dipendenti un'analisi personale, senza consultarli. Il migliore leader in tempi di crisi è colui che non minimizza questi aspetti, contribuendo a rendere meno “esplosiva” una situazione già critica. È importante mantenere alti i livelli di comunicazione con i propri dipendenti: essere trasparenti sulla situazione aziendale e sulle strategie adottate, chiamando a raccolta tutte le forze in campo e assumendo un diverso atteggiamento verso i contributi altrui”.

Troppo spesso invece il detenere informazione viene considerato un valore, in virtù dell'ossequio all'obsoleto "divide et impera", un valore finalizzato al mantenimento ed all'accrescimento del peso della propria posizione nella struttura aziendale, a prescindere se tali atteggiamenti abbiamo o meno una ricaduta sull'organizzazione e sui risultati aziendali. Ricaduta che esiste e che troppo spesso è negativa.


OPEN DAY

Avendolo citato all’inizio del post chiudo solo con una nota proprio sull’OPEN DAY, un’iniziativa che ha l’obiettivo di far incontrare e discutere professionisti, specialisti e manager sulla comunicazione e sul valore del capitale rappresentato dalle persone e dalla loro competenza. Si terrà giovedì 7 Maggio 2009 in viale Ergisto Bezzi 2, dal mattino alla serà e vedrà wokshop, incontri personalizzati e momenti di discussione. Per chi è interessato può scrivere a info@iqmselezione.it

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