Wednesday, May 27, 2009

Il mobbing e le donne: perchè prendere le peggiori consuetudini degli uomini? dati ed analisi (non sempre congruenti tra loro...)

Forse tra un po' uscirà un nuovo film: "donne che odiano le donne...".

Non me ne voglia il gentil sesso, per il quale nutro una costante e devota ammirazione, ma cito un articolo di oggi su Repubblica (che potete leggere qui), che a sua volta cita il New York Times, che a sua volta cita uno studio del Workplace Bullying Institute. (Chissà cosa è rimasto di vero dopo questa serie di citazioni...).

Le donne sarebbero responsabili del 40% dei casi di mobbing e le loro vittime preferite sarebbero... altre donne (70%).

Ma come?

Dopo anni di battaglie sulla discriminazione che, oggettivamente, subiscono le donne nel mondo del lavoro, oggi, sono proprio quelle che "arrivano" a trasformarsi negli aguzzini delle loro colleghe? Sembra la solita storia della guerra dei poveri, nella quale si cerca il nemico più debole da attaccare e spesso lo si trova nelle categorie verso le quali sarebbe più logico aspettarsi maggiore solidarietà!

Cinzia Sasso nel suo articolo evidenzia che la maternità, situazione che più di altre dovrebbe unire le donne perchè capaci di comprendere stati d'animo ed aspirazioni, finisce per essere un motivo supplementare di risentimento del mobber, soprattutto se proprio il lavoro ne ha limitato la possibilità di vivere fino in fondo tale esperienza.

La logica maschilista che pervade le gerarchie aziendali contamina chi, per dimostrare di "avere le palle", diventa più realista del re.: "are women being “overly aggressive” because there are too few opportunities for advancement? Or is it stereotyping and women are only perceived as being overly aggressive?" si chiede il NYT? la difficoltà sta nello scegliere un modello di comportamento che può essere sempre sbagliato, “If women business leaders act consistent with gender stereotypes, they are considered too soft,” continua il giornale riportando uno studio del 2007. “If they go against gender stereotypes, they are considered too tough.”.

Sembra quasi che per alcune donne l'affermazione della parità passi attraverso alcuni pessime abitudini degli uomini. Qual'è il modo più ricorrente di festeggiare la festa della donna negli ultimi anni? Andare ad uno strip tease maschile...

Purtroppo il mobbing è un fenomeno così grave e riprovevole, con conseguenze talvolta molto gravi (15-20% i suicidi riconducibili a stress indotto dall'ambito lavorativo), da non far certo sentire il bisogno che anche le donne imitino le peggiori abitudini dei maschietti, anzi la speranza è proprio che provenga dalla sensibilità femminile la capacità di scardinare queste logiche di potere che interpretano una posizione gerarchica anche come un concetto di subalternità personale. Un fenomeno in crescita grazie anche ad una carente attività legislativa a riguardo.

Dati sempre di Repubblica: 8% la percentuale dei dipendenti sottoposti a mobbing in Europa, nella quale per fortuna, una volta tanto, ci fa piacere vedere che l'Italia sia agli ultimi posti di questa spiacevole classifica del mobbing: 4% contro i 16 punti percentuali degli inglesi. Il 40% si verifica in aziende con più di 100 persone ed il 79% riguarda la categoria impiegatizia, le denuncie invece riguardano per il 70% personale del pubblico impiego.

Eppure, a prescindere da ogni ovvia considerazione etica, il mobbing non risulta essere neppure una soluzione per emarginare un presunto elemento negativo e migliorare le performace di una struttura organizzativa. Tutt'altro!
Finisce per essere un costo implicito che l'azienda finisce per pagare ma proprio perchè "implicito" non percepibile in maniera chiara e quindi non tenuto in dovuto conto dal management aziendale, se per un anno tengo una persona in gamba a fare fotocopie chi mai si accorgerà del danno procurato in termini di mancati ricavi o maggiori costi?

P.S Per finire, in tutta onesta ho un solo dubbio... su Repubblica ed un po' ovunque in rete i dati non sembrano congruenti... Repubblica parla di "5 su 21 milioni"(ovvero 23,81%) in Italia ma nello stesso articolo (come altrove) la percentuale indicata è 4%, in diversi siti si parla invece di 1,5 milioni di "mobbizzati" su 21 milioni, il 7,14%, percentuale comunque diversa dal 4% indicato un po' da tutti. Misteri della matematica... o probabilmente fonti diverse e non completamente confrontabili...

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