Caccamo mi scuserà se gli ho rubato un termine, ma qui c'è qualcosa di elettrico nell'aria...
Tutti i big dell'era digitale sembrano presi da un sussulto di iperattività... non passa giorno senza una novità importante o senza un intervento polemico. Si aggiunga a ciò che sono implosi quei confini commerciali che avevano caratterizzato la competition negli scorsi anni. Prima chi faceva sistemi operativi era in concorrenza con gli altri produttori di analoghi sistemi, che faceva tecnologia non si occupava di contenuti e chi gestiva il mobile aveva solo il problema degli SMS. Anni fa la Microsoft era concentrata soprattutto sul suo Windows ed i pacchetti di office automation, fingeva di ignorare Internet (salvo poi ricredersi), Apple, la rivale di sempre, era relegata ad essere amatissima, ma un pubblico relativamente ristretto (l’opposto dell’odiato rivale), Google macinava il raddoppio di fatturato ogni 18 mesi intorno al suo motore di ricerca e la Nokia conquistava una indiscussa leadership nel suo mercato. Oggi invece si assiste al "tutti contro tutti".
Ma cosa è successo?
L’esplosione del web ha pian piano ridotto le differenze strutturali tra i diversi canali di comunicazione, i dispositivi mobili si sono avvicinati a veri computer ed i PC hanno integrato funzioni di comunicazione diversa.
La Guerra Stellare Globale.
Il risultato è stato che, saturati i propri mercati di riferimento e favoriti dalla convergenza delle tecnologie i vari attori si sono proiettati su segmenti una volta distanti ed ora contigui, anzi destinati forse a diventare un unico segmento, ma diverse sono le strategie e diversa anche la dinamicità con cui viene affrontata la sfida.
Ma andiamo con ordine, a ritroso: ho spesso parlato delle insofferenze degli editori, Murdoch in testa, nei confonti di Google in particolare ed ora la querelle si arricchisce di una nuova voce. Murdoch delesezionerebbe i propri contenuti da Google in favore di Microsoft, che ovviamente ricambierebbe con dollari in quantità. Medesima offerta fatta ad altri editori.
Google dimostra freddezza di fronte a questa evenienza, "Economically it's not a big part of how we generate revenue" ha ribadito indirettamente recentemente Matt Brittin, responsabile UK della casa americana, riferendosi ai ricavi dal servizio news o ancora più direttamente quando Google ha risposto ufficialmente a Murdoch di sentirsi libero proprio di non fare indicizzare le proprie news.
A differenza di tante battaglie vinte questa di Murdoch sembra un po' più ardua (a meno che sia un sapiente diversivo..) perchè il web ha dimostrato (fino ad ora) di essere un mondo commerciale non imbrigliabile nelle tradizionali regole e questo approccio alla fine può rischiare di di fare più danni all'australiano di quanti soldi possa portargli Microsoft, un concorrente che ancora arranca su questo versante. Anzi in questa occasione dimostra proprio di dover pagare per acquisire vantaggi strategici.
Murdoch dovrebbe trascinare nella sua battaglia tutti gli editori... tendenzialmente d'accordo ma poi si sa, un conto parlare un conto è agire.
Google invece porta la guerra in casa Microsoft (ed Apple) con il suo Chrome OS, sistema operativo legerissimo brower based. Chissà... occorrerà vedere, non tutte le iniziative di Google per uscire dal suo perimetro sono risultate vincenti.
Ma non esistono solo questi tre attori, pochi giorni fa Skype ha riacquisito la propria libertà da eBay, ma proviamo a fare un assessment delle forze in campone:
Pochi giorni fa i giornali davano spazio in home page ad una notizie con titoli tipo: “Tutti contro la "piccola" Apple,fa tendenza e i suoi conti volano”, una notizia che preoccupa alcuni perchè, al di la delle quote di mercato, gli utili disegnano un futuro di possibili investimenti in ricerca in campi ormai eterogenei. la sua strategia di diversificazione è concentrata su pochi asset, basati anche su hardaware, ed introdotti uno per volta sul mercato. L’immagine costruita è innovazione, qualità e… fashion. I MAC, Ipod ed Iphone puntano sull’effetto “cult” ed i risultati sembrano dare ragione.
Google invece spazia in campi diversi, da Android per i cellulari ma anche per PC, da Google Chrome a GoogleVoice al nuovissimo Google Wave, passando per la pletora di applicazioni destinate agli amanti del web, gli analytics, la mail etc. Solo nel campo dei social network preferisce far perno sulla propria enorme liquidità con YouTube e facendo accordi con MySpace mentre Windows sembra giocare in difesa , incappa nel passo falso di Vista ed ora confida in Windows 7 e in Bing,
ma vediamo i settori uno per uno.
Sistemi operativi
Come abbiamo appena detto Microsoft deve rincorrere la perdita di credibilità di Vista e lo fa con Windows 7, definito paradossalmente un Vista che funziona, ma al tempo stesso il MAC dota i suo lussuosi computer del nuovissimo Snow Leopard, sistema a 64 bit in grado (in base a quello che dichiarano) di risolvere problemi di compatibilità anche con singole applicazioni che possono girare solo a 32 bit!
Google nel frattempo, un po’ in sordina, porta anche su PC il suo Android, sistema basato su kernel Linux nato per il mobile ma evidentemente pensato per sostenere la competizione della convergenza dei canali di comunicazione. In attesa ovviamente che sia pronto il suo Chrome OS...
Una grande difesa per Microsoft è costituita sia dal sistema in se stesso (ancora a borda delle stra maggioranza dei PC), ma anche dalla ormai consolidata abitudine ad usare i suoi pacchetti da Word ad Excel, tanto da costringere, per una volta, la casa di Cupertino sulla difensiva, emulazioni Windows e doppie partizioni si sono rese necessarie. Open Office o le applicazioni di Google non hanno scalfito il predominio del vecchio Bill.
Mobile
Qui la guerra si fa dura… il già citato Android è un pezzo della strategia di Google, ma anche Google Voice, per ora attivo solo in USA, un numero unico che promette di offrire un unico punto di contatto per ogni utente, semplificando la possibilità di comunicare e soprattutto abbattendo i costi sfruttando il VoIP. La reazione di Apple che ha conquistato un posto preminente con il suo Iphone è stato quello di osteggiare il servizio, non certificandolo sul proprio dispositivo . Strategia, dicono i più, influenzata anche da AT&T, un partner forte di Apple, che come molte compagnie telefoniche ha reagito violentemente alla nuova iniziativa di Google. Di contro la Nokia accusa Iphone di avergli rubato una decina di brevetti.
Uao!! Sembra di sentire il sibilo dei raggi laser che viaggiano tra le galassie ed il rimbombare delle stazioni orbitali colpite!!
Ma andiamo avanti.
Serch engine
Microsoft ci riprova, ha perso in passato miseramente la battaglia dei motori di ricerca ma ora lancia Bing… per ora solo bing e non bang, ne tantomeno big bang… molte promesse di effetti speciali e mirabolanti ma i danni inferti all’avversario pochi, con fortune alterne e talvolta anche in regressione. Ciò nonostante, o forse proprio per questo, fa accordi con Yahoo che per molti presagiscono preluda ad una incorporazione. Ma fa anche accordi per offrire migliori risultati con i due outsider del momento Twitter e Facebook nonchè il feeling con Murdoch di cui si è parlato in precedenza.
Contenuti e Social media
Qui è Google che va all’attacco di ITunes, oltre alle esperienze citate in precedenza, ma al tempo stesso si trova sotto attacco da parte di chi i contenuti li produce, gli editori, ed ai quali scoccia molto che i soldi finiscano soprattutto alla azienda di Mountain View. Questo però sembra solo un diversivo perché i primi sono stretti tra il costante calo che registrano soprattutto nel mondo reale (carta stampata) e l’improbabile lotta a chi porta poi in fondo traffico e revenues on line, scommettiamo che finirà con una buona fetta di soldini ?
Google rilancia con Google Wave, il celebrato prossimo servizio che promette di aggregare informazioni e conversazioni prodotti con sistemi differenti ed anche qui Google persegue una strategia “unificatrice” di contenuti, mentre sembra non avere avuto il successo atteso il suo SN Orkut, molto diffuso ma in realtà territoriali molto concentrate (Brasile) a dispetto dell’aspirazione globale del più famoso search engine del mondo.
Monday, November 23, 2009
Thursday, November 19, 2009
Fedele Confalonieri come Murdoch, attacco a Google in nome del copyright
Confalonieri, meglio noto come Fidel scende in campo!
Va a dar man forte al suo acerrimo rivale Murdoch nella battaglia contro Google... una accorata difesa della "povera" televisione e del copyright, contro quei mascalzoni del web che pensano ed interagiscono con la Rete, cercandosi da soli le informazioni e valutandone l'attendibilità, abusando, addirittura, del diritto di pensare!
Certo che a guardarli così non sembrano neppure due nemici... piuttosto due fratelli!
Chissà cosa farà ora il governo, se lascerà inascoltato questo grido di dolore, insensibile alle esperienze comuni, da quelle passate a cantare sulle navi da crociera all'impegno a gestire l'impero di famiglia, mentre si è impegnati nel governo del Paese. Chissà...
(da Repubblica)
Tanto in Italia non c'è neppure il problema della banda larga.... :)
Va a dar man forte al suo acerrimo rivale Murdoch nella battaglia contro Google... una accorata difesa della "povera" televisione e del copyright, contro quei mascalzoni del web che pensano ed interagiscono con la Rete, cercandosi da soli le informazioni e valutandone l'attendibilità, abusando, addirittura, del diritto di pensare!
Certo che a guardarli così non sembrano neppure due nemici... piuttosto due fratelli!
Chissà cosa farà ora il governo, se lascerà inascoltato questo grido di dolore, insensibile alle esperienze comuni, da quelle passate a cantare sulle navi da crociera all'impegno a gestire l'impero di famiglia, mentre si è impegnati nel governo del Paese. Chissà...
(da Repubblica)
Tanto in Italia non c'è neppure il problema della banda larga.... :)
Tuesday, November 17, 2009
Guerre Stellari 4: Il ritorno di Capitan Murdoch e lo sbarco dei Natives... la battaglia dell'informazione si sposta sempre più sul web
Il mondo si fonde e poi confonde…
I piani si intrecciano e smettono di essere paralleli, io stesso avevo cominciato questa metafora delle guerre stellari per scherzo ma più passa il tempo e più la metafora sembra rappresentare la realtà con precisione.
Mondi distanti anni luce si sono improvvisamente avvicinati e collassano in un unico spazio, ragion per cui tutti combattono contro tutti, dove una volta c’era chi faceva tecnologia, chi faceva informazione e chi intrattenimento, ora c’è una guerra globale in cui le armi sono di ogni diverso tipo, tutti combattono per il predominio e lo scettro è rappresentato, per ora, dagli investimenti pubblicitari.
Ed ecco il ritorno di capitan Murdoch
Questo signore dell’informazione aveva fiutato con lungimirante preveggenza il futuro prossimo dell’informazione e aveva messo il suo uncino su una delle prede più interessanti del primo web 2.0, ovvero MySpace, il Social Network dei creativi, arrivando alla santa alleanza con quello che oggi diventa il suo peggior nemico: il mostro divora introiti GOOGLE!
Per un periodo breve, ma lunghissimo in queste brevissime ere geologiche del web del 2000, aveva dedicato tempo ed energia ad alcuni conflitti locali come quello in Italia, contro un nemico non da poco, l’altro editore miliardario Berlusconi, ex-alleato anche lui ed ora nemico acerrimo, grazie al digitale terrestre ed alle truppe con cui aveva invaso la galassia politica ed il parlamento.
La Battaglia Italiana Austerlitz o…. Waterloo per Napoleone?
In Italia le truppe televisive combattono una guerra di retroguardia,tutta puntata su tecnologie televisive (imposte) e tagliando i ponti al nemico internet , si sottraggono i fondi che l’aiuterebbero a raggiungere livelli comparabili a quelli degli altri paesi. Eppure occorrerebbe rendersi conto che il futuro non può essere fermato , quando comincerà il fisiologico declino le truppe accampate lasceranno mestamente i palazzi da loro oggi occupati, lasciandoci purtroppo a noi solo il ritardo che stiamo accumulando nel frattempo.
Eppure basterebbe guardare i numeri per capire quale sia la realtà. In questo post alcuni dati del rapporto Eurispes oggi uscito sugli adolescenti, tra i quali si legge “Quasi nove adolescenti su dieci usano internet e il pc viene impiegato con un ampio range di attività: per scrivere testi (98%), cercare informazioni su Internet (97,5%), giocare (97,2%) e stampare (96,9%). Estremamente diffuse risultano l'abitudine di guardare filmati su You Tube (85,8%) e quella di cercare materiale per lo studio (83,2%), seguite da quella di comunicare via chat (79,9%) e di scaricare musica/film/giochi/video (76,1%). La maggioranza degli adolescenti comunica tramite posta elettronica (58,3%). Il 46,8 legge un Blog, il 45,5% gioca con videogiochi on line.”. Dati analoghi riguardano i più piccoli.
Eccoli, pian piano arrivano quelli che un paio d’anni fa Gartner definiva i “Natives”, quelli che cambieranno gli scenari dell’informazione e dei media.
Piuttosto che costruirgli un ponte di cemento costruiamogli un ponte di tecnologia, che li metta allo stesso piano dei loro coetanei occidentali (o cinesi….), prima che si trovino come le truppe italiane nella campagna di Russia, con le scarpe di cartone nel ghiaccio e la tormenta.
Ma torniamo a capitan Murdoch, che nonostante i suoi 78 anni ritorna alla guerra globale, quella sui nuovi media che stanno soppiantando la televisione. . Lui alla guerra ci va aprendo tutti i fronti a cominciare dalla battaglia con il nemico che nessun editore vorrebbe sfidare: “il Motore di Ricerca”!
La battaglia dell'informazione si confonde con quella della tecnologia
Il capitan M. toglie la polvere dalla sua astronave, scalda i motori e mentre solleva la cloche in direzione new media e fa brillare i suoi laser.
Google risponde piccato ma, conoscendo il cocciuto signorotto australiano, c’è da giurare che non sia finita qui. I suoi biografi ne parlano come un uomo caparbio, sempre impegnato (e quindi da questo motivato) nel dimostrare ai signori del business americano ed inglese di non essere da meno, di destra quanto basta, ma non spinto da motivazioni eccessivamente ideologiche,. Più da una comunione d’amorosi sensi in funzione del suo principale obiettivo: fare soldi.
Infatti la sua visione politica non gli ha impedito i cavalcare il fenomeno Blair (ma quelli di sinistra non sono troppo convinti … per come la pensava Blair, non pensano che per Murdoch sia stato tanto difficile) o di far la guerra oggi all’uomo forte della destra italiana, Silvio I da Arcore.
Era mia intenzione continuare un po’ la sintesi delle forze sul campo, descrivendo le iniziative anche degli altri attori, ma mi giro indietro e riguardando il mio post devo osservare che la sintesi non è nel mio DNA, evidentemente, e quindi rimanderò questo assessment sulle nuove battaglie del futuro ad un prossimo post su “LA GUERRA STELLARE GLOBALE”!
I piani si intrecciano e smettono di essere paralleli, io stesso avevo cominciato questa metafora delle guerre stellari per scherzo ma più passa il tempo e più la metafora sembra rappresentare la realtà con precisione.
Mondi distanti anni luce si sono improvvisamente avvicinati e collassano in un unico spazio, ragion per cui tutti combattono contro tutti, dove una volta c’era chi faceva tecnologia, chi faceva informazione e chi intrattenimento, ora c’è una guerra globale in cui le armi sono di ogni diverso tipo, tutti combattono per il predominio e lo scettro è rappresentato, per ora, dagli investimenti pubblicitari.
Ed ecco il ritorno di capitan Murdoch
Questo signore dell’informazione aveva fiutato con lungimirante preveggenza il futuro prossimo dell’informazione e aveva messo il suo uncino su una delle prede più interessanti del primo web 2.0, ovvero MySpace, il Social Network dei creativi, arrivando alla santa alleanza con quello che oggi diventa il suo peggior nemico: il mostro divora introiti GOOGLE!
Per un periodo breve, ma lunghissimo in queste brevissime ere geologiche del web del 2000, aveva dedicato tempo ed energia ad alcuni conflitti locali come quello in Italia, contro un nemico non da poco, l’altro editore miliardario Berlusconi, ex-alleato anche lui ed ora nemico acerrimo, grazie al digitale terrestre ed alle truppe con cui aveva invaso la galassia politica ed il parlamento.
La Battaglia Italiana Austerlitz o…. Waterloo per Napoleone?
In Italia le truppe televisive combattono una guerra di retroguardia,tutta puntata su tecnologie televisive (imposte) e tagliando i ponti al nemico internet , si sottraggono i fondi che l’aiuterebbero a raggiungere livelli comparabili a quelli degli altri paesi. Eppure occorrerebbe rendersi conto che il futuro non può essere fermato , quando comincerà il fisiologico declino le truppe accampate lasceranno mestamente i palazzi da loro oggi occupati, lasciandoci purtroppo a noi solo il ritardo che stiamo accumulando nel frattempo.
Eppure basterebbe guardare i numeri per capire quale sia la realtà. In questo post alcuni dati del rapporto Eurispes oggi uscito sugli adolescenti, tra i quali si legge “Quasi nove adolescenti su dieci usano internet e il pc viene impiegato con un ampio range di attività: per scrivere testi (98%), cercare informazioni su Internet (97,5%), giocare (97,2%) e stampare (96,9%). Estremamente diffuse risultano l'abitudine di guardare filmati su You Tube (85,8%) e quella di cercare materiale per lo studio (83,2%), seguite da quella di comunicare via chat (79,9%) e di scaricare musica/film/giochi/video (76,1%). La maggioranza degli adolescenti comunica tramite posta elettronica (58,3%). Il 46,8 legge un Blog, il 45,5% gioca con videogiochi on line.”. Dati analoghi riguardano i più piccoli.
Eccoli, pian piano arrivano quelli che un paio d’anni fa Gartner definiva i “Natives”, quelli che cambieranno gli scenari dell’informazione e dei media.
Piuttosto che costruirgli un ponte di cemento costruiamogli un ponte di tecnologia, che li metta allo stesso piano dei loro coetanei occidentali (o cinesi….), prima che si trovino come le truppe italiane nella campagna di Russia, con le scarpe di cartone nel ghiaccio e la tormenta.
Ma torniamo a capitan Murdoch, che nonostante i suoi 78 anni ritorna alla guerra globale, quella sui nuovi media che stanno soppiantando la televisione. . Lui alla guerra ci va aprendo tutti i fronti a cominciare dalla battaglia con il nemico che nessun editore vorrebbe sfidare: “il Motore di Ricerca”!
La battaglia dell'informazione si confonde con quella della tecnologia
Il capitan M. toglie la polvere dalla sua astronave, scalda i motori e mentre solleva la cloche in direzione new media e fa brillare i suoi laser.
Google risponde piccato ma, conoscendo il cocciuto signorotto australiano, c’è da giurare che non sia finita qui. I suoi biografi ne parlano come un uomo caparbio, sempre impegnato (e quindi da questo motivato) nel dimostrare ai signori del business americano ed inglese di non essere da meno, di destra quanto basta, ma non spinto da motivazioni eccessivamente ideologiche,. Più da una comunione d’amorosi sensi in funzione del suo principale obiettivo: fare soldi.
Infatti la sua visione politica non gli ha impedito i cavalcare il fenomeno Blair (ma quelli di sinistra non sono troppo convinti … per come la pensava Blair, non pensano che per Murdoch sia stato tanto difficile) o di far la guerra oggi all’uomo forte della destra italiana, Silvio I da Arcore.
Era mia intenzione continuare un po’ la sintesi delle forze sul campo, descrivendo le iniziative anche degli altri attori, ma mi giro indietro e riguardando il mio post devo osservare che la sintesi non è nel mio DNA, evidentemente, e quindi rimanderò questo assessment sulle nuove battaglie del futuro ad un prossimo post su “LA GUERRA STELLARE GLOBALE”!
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Thursday, November 5, 2009
REAL TIME!!!!
Questa mattina ho pubblicato un post in cui si parlava degli investimenti in Italia sulla banda larga e dei dubbi sulla loro reale disponibilità. Poche ore dopo Gianni Letta ne annuncia il congelamento! spero che non si sia scomodato per il mio post, in fondo non bisognava essere dei maghi per saperlo... :)
(povero on.Romani smentito a stretto giro!!!)
(povero on.Romani smentito a stretto giro!!!)
Wednesday, November 4, 2009
Web killed the Video Stars.... in Italia forse questo sarà un nuovo ostacolo sul cammino dell'innovazione e della diffusione del web.
Ricordate quella vecchia canzone dei Buggles negli anni 80 che diceva "Video killed the Radio Stars..." oggi forse potremmo cominciare a cantare "Web killed the Video Stars"... ma forse è proprio questo scenario che rappresenta un ulteriore ostacolo allo sviluppo del web in Italia, ovviamente oltre ai tradizionali ed ahimé usuali limiti infrastrutturali italiani.
Lo Iab Forum 2009 a Milano ha regalato una nuova fotografia dello stato del web, in particolare Guy Phillipson ha descritto come Inghilterra la raccolta pubblicitaria sul web ha superato per volumi quella della TV.
Non è una novità, perchè ne hanno già parlato in molti, ma è l'occasione per mettere a confronto la situazione italiana con il resto d'Europa. Solo nel 2006 leggevamo la notizia del superamento della quota della raccolta dei giornali da parte della pubblicità on line e poco dopo quella che Google UK aveva superato i ricavi di ITV, una delle televisioni commerciali britanniche. Ricordo di aver utilizzato queste due notizie in alcune presentazioni insieme ai dati relativi alla crescita esponenziale dei Social Network proprio per dare evidenza della forza del fenomeno e dei possibili risultati a cui avrebbe portato.
Eppure questi dati sembrano archeologia già oggi ma li possiamo utilizzare per cogliere le reali proporzioni della velocità e della crescita del web quale media, salvo poi ripiombare in un Evo antico quando si parla dell'Italia, tristemente fanalino di coda in Europa (tranne Malta), con un modesto +10% di crescita e per un attuale, altrettanto modesto, 7% di ricavi pubblicitari nell'on line sul totale.
Considerazioni un po' amare in questo articolo di Repubblica, sopratutto se messe in relazione con i dati contenuti proprio in questo articolo e relativi al gran numero di utenti che si informano sul web.
Altro dato desolante riguarda la distanza che ci separa dagli investimenti previsti per lo sviluppo della rete in Italia rispetto ad altri paesi europei. Alcune promesse sono state fatte dai nostri politici ma, alla luce della particolare situazione politica italiana, non sembrano essere credibili perchè, a prescindere da qualunque considerazione politica, sembra difficile che in Italia possano essere investite risorse nello sviluppo di canali di comunicazione diversi da quello televisivo e che possano nuocere proprio allo sviluppo della televisione commerciale.
Giova a questo proposito infatti ricordare lo sforzo fatto per stimolare la diffusione del digitale terrestre, con investimenti nei confronti di una tecnologia non particolarmente significativa per la modernizzazione del paese, soprattutto se comparata agli effetti (positivi!!!) che medesimi investimenti avrebbero prodotto se eventualmente indirizzati verso la diffusione della banda larga via ADSL o fibra ottica.
La giustificazione fu quella di garantire il pluralismo informativo, anche se per molti fu soprattutto la volontà di scongiurare il passaggio forzato di alcune emittenti alla trasmissione satellitare e la creazione di una alternativa al monopolio della più famosa pay per view.
Il motore dell'innovazione è rappresentato sempre ahimè dai soldi nel nostro sistema economico e sul web, come nella televisione, il maggior flusso di risorse arriva dalla pubblicità al momento, quindi più soldi conquista la pubblicità on line più sarà facile vedere nascere servizi innovativi e qualificati.
Temo quindi che di investimenti per lo sviluppo della rete per ora, ahimè, non se ne parli, un nuovo handicap nel rincorrere il livello di innovazione raggiunto dagli altri paesi.
Lo Iab Forum 2009 a Milano ha regalato una nuova fotografia dello stato del web, in particolare Guy Phillipson ha descritto come Inghilterra la raccolta pubblicitaria sul web ha superato per volumi quella della TV.
Non è una novità, perchè ne hanno già parlato in molti, ma è l'occasione per mettere a confronto la situazione italiana con il resto d'Europa. Solo nel 2006 leggevamo la notizia del superamento della quota della raccolta dei giornali da parte della pubblicità on line e poco dopo quella che Google UK aveva superato i ricavi di ITV, una delle televisioni commerciali britanniche. Ricordo di aver utilizzato queste due notizie in alcune presentazioni insieme ai dati relativi alla crescita esponenziale dei Social Network proprio per dare evidenza della forza del fenomeno e dei possibili risultati a cui avrebbe portato.
Eppure questi dati sembrano archeologia già oggi ma li possiamo utilizzare per cogliere le reali proporzioni della velocità e della crescita del web quale media, salvo poi ripiombare in un Evo antico quando si parla dell'Italia, tristemente fanalino di coda in Europa (tranne Malta), con un modesto +10% di crescita e per un attuale, altrettanto modesto, 7% di ricavi pubblicitari nell'on line sul totale.
Considerazioni un po' amare in questo articolo di Repubblica, sopratutto se messe in relazione con i dati contenuti proprio in questo articolo e relativi al gran numero di utenti che si informano sul web.
Altro dato desolante riguarda la distanza che ci separa dagli investimenti previsti per lo sviluppo della rete in Italia rispetto ad altri paesi europei. Alcune promesse sono state fatte dai nostri politici ma, alla luce della particolare situazione politica italiana, non sembrano essere credibili perchè, a prescindere da qualunque considerazione politica, sembra difficile che in Italia possano essere investite risorse nello sviluppo di canali di comunicazione diversi da quello televisivo e che possano nuocere proprio allo sviluppo della televisione commerciale.
Giova a questo proposito infatti ricordare lo sforzo fatto per stimolare la diffusione del digitale terrestre, con investimenti nei confronti di una tecnologia non particolarmente significativa per la modernizzazione del paese, soprattutto se comparata agli effetti (positivi!!!) che medesimi investimenti avrebbero prodotto se eventualmente indirizzati verso la diffusione della banda larga via ADSL o fibra ottica.
La giustificazione fu quella di garantire il pluralismo informativo, anche se per molti fu soprattutto la volontà di scongiurare il passaggio forzato di alcune emittenti alla trasmissione satellitare e la creazione di una alternativa al monopolio della più famosa pay per view.
Il motore dell'innovazione è rappresentato sempre ahimè dai soldi nel nostro sistema economico e sul web, come nella televisione, il maggior flusso di risorse arriva dalla pubblicità al momento, quindi più soldi conquista la pubblicità on line più sarà facile vedere nascere servizi innovativi e qualificati.
Temo quindi che di investimenti per lo sviluppo della rete per ora, ahimè, non se ne parli, un nuovo handicap nel rincorrere il livello di innovazione raggiunto dagli altri paesi.
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