Wednesday, July 9, 2008

Ma quanta strada fa un ordine di borsa??? Analisi dei passaggi tecnologici e degli intermediari... seconda parte, la Banca

segue dalla prima parte...

Veniamo quindi al trading e all’argomento principale del post. Come si è detto quando dal nostro applicativo di trading on line immettiamo un ordine e dopo pochissimi secondi ne riceviamo l’eseguito, la cosa ci sembra assolutamente normale, ma il numero di passaggi che fa il nostro ordine ci è sconosciuto e ci sorprenderebbe sapere “quanta strada” fa un ordine.

Il client dell’utente

Il cliente on line ha generalmente due tipologie di applicazione per monitorare la situazione e fare un ordine, un’applicazione basata sul browser o un’applicazione locale scaricata sul PC. Questo secondo caso presenta funzionalità più evolute rispetto al semplice browser ma, in ogni caso, già a questo primo livello, vengono effettuati dei primi controlli, più o meno approfonditi, in genere legati alla correttezza formale dell’ordine. Questi controlli vengono realizzati direttamente sulla macchina dell’utente, prima che l'ordine venga inviato al server della banca.

Le tecnologie ora disponibili sul mercato permettono di costruire applicazioni che, seppur basate sul browser, consentono un' interattività paragonabile a quella dei client realizzati in Java o altre tecnologie, aumentando quindi la capacità di utilizzare piattaforme complesse, ma al tempo stesso mantenendo la duttilità di una applicazione browser based che consuma limitate risorse della macchina dell'utente.

AJAX, Comet ed il push permettono oggi di costruire RIA, Rich Internet Application, veri e propri client evoluti, ma in Italia purtroppo se ne vedono solo timide implementazioni.

I server della Banca

Il primo livello applicativo/tecnologico è generalmente un primo controllo delle policy di sicurezza ed un semplice smistamento della richiesta ricevuta alle funzioni specifiche del software che tratta appunto il nostro ordine.
Le applicazioni di questo tipo sono progettate su N "livelli", strati applicativi diversi che assolvono funzioni diverse, come la gestione della richiesta web, la gestione applicativa dell'ordine, la persistenza dei dati o l'inoltro dell'ordine a terzi. Ognuno di questi passaggi è, come si è detto, scandito da passaggi tra strati software diversi e anche attraverso server dedicati.

Dopo il primo livello ne esiste uno successivo, gestito da due tipologie di applicativi. Nella maggior parte dei casi l’ordine viene trattato direttamente dal “Back Office” ovvero i mega software che gestiscono il cliente nel suo complesso, quindi le posizioni, gli ordini ed i loro storici, ma anche la gestione delle entità su cui si basa la contrattazione, ovvero gli strumenti finanziari. Questi applicativi sono quindi molto complessi dal punto di vista gestionale, in quanto devono assolvere a tutti i compiti contabili e di compliance richiesti, dal portafoglio del cliente al registro ordini, al capital gain agli eventi sugli strumenti quali split ed accorpamenti.

VAM e Back Office

Questa complessità applicativa è la maggiore issue per queste procedure, nate anche precedentemente al trading on line e quindi non fortemente focalizzate su esigenze di performance. Per questa ragione tutti gli operatori professionali delle sale trading non utilizzano questi sistemi ed anche alcuni player del settore retail (broker on line), focalizzati su un’offerta maggiormente competitiva, hanno optato per l’utilizzo di applicativi specializzati, spesso chiamati VAM (Virtual Account Manager), che replicano solo alcune informazioni e poche funzionalità necessarie alla contrattazione.

Tipicamente si tratta del portafoglio del cliente, con tipo di strumento e quantità, la liquidità disponibile ed altre informazioni relative a strumenti e mercati. Questo ha permesso di ottenere prestazioni migliori ma anche una maggiore flessibilità nei confronti delle sollecitazioni provenienti dal mercato (es. stop loss, ordini condizionati), che non potrebbero essere facilmente recepite da applicazioni complesse come i back office.

Le informazioni sui due sistemi vengono poi riconciliate affinche i BO possano fare tutte le loro attività contabili.

Negli anni del boom del Trading quella del VAM era quasi una necessità, perchè questi complessi applicativi (BO) avevano bisogno di fare elaborazioni pesantissime a "bocce ferme", per cui si rendevano indisponibili a partire dal pomeriggio fino a notte inoltrata. Questa situazione non era accettabile che per chi volesse offrire un servizio di trading on line e nacquero quindi i primi VAM. I produttori dei software di back office, stimolati allora dalla competition, riuscirono a rilasciare negli anni a seguire delle nuove versioni che assicurassero la continuità di servizio.

Tale soluzione, come dicevamo ha soddisfatto le Banche che meno spingono sul TOL, mentre quelle specializzate si sono orientate comunque, in genere, su soluzioni VAM.

Connessione con i mercati: diretta o mediante intermediari

L’ordine cosi validato, rispetto ai requisiti del cliente, dello strumento finanziario e del mercato viene inoltrato ad un nuovo sistema che materialmente lo invia al mercato. Questi sistemi di Order Routing non sono essi stessi dei “monoblocco” ma, semplificando molto, ricevono il messaggio, lo validano ulteriormente ed in base ad un sistema di regole provvedono a smistarlo su un gateway specializzato o a bloccarlo.

L’ordine, per andare sul mercato può a questo punto seguire due vie, una connessione diretta o attraverso ulteriori circuiti di routing. Sul mercato internazionale si è affermato uno standard di fatto il FIX (Financial Information eXchange) ed i suoi derivati ma al tempo stesso molte borse hanno o avevano propri protocolli proprietari. Questo significa (e soprattutto significava in passato) che, per differenti Borse, occorre preparare gateway specializzati, che assolvano alla funzione di normalizzare la comunicazione sia dal punto di vista tecnologico che quello applicativo (es. mapping della semantica dei campi).+

Al di la delle problematiche tecnologiche esistono dei vincoli normativi per i soggetti che sono abilitati ad accedere al mercato, per cui non tutti i soggetti finanziari sono “aderenti” di tutte le Borse. Questo determina la presenza di intermediari.
SIM e broker fanno si che piccole e medie banche, che non ritengano utile o profittevole predisporre direttamente questo servizio, possano immettere ordini ovunque nel mondo attraverso di loro. Questo si traduce in ulteriori passaggi di order routing, a cui si può aggiungere il passaggio attraverso reti di comunicazione, che mettono in comunicazione moltissime istituzioni finanziarie con tecnologie e protocolli di comunicazione diversi, al costo di una singola connessione applicativa.

Queste reti sono come un grande circuito cui aderiscono istituzioni finanziarie e banche, utlizzando tutti un unico linguaggio di comunicazione e permettono ad una banca di inviare un ordine ad un soggetto che per conto della banca provvederà ad inoltrare l'ordine al mercato scelto.

Per evitare di scendere ulteriormente nello specifico non approfondiamo i concetti introdotti dalla recente normativa MIFID, che impone alle banche di assicurare ai propri clienti la Best Execution, ovvero l'obbligo di acquistare un titolo sul mercato che offre le migliori condizioni complessive. Un onere questo che avrebbe dovuto comportare una complessa strategia per il routing degli ordini, inclusa una costante attività di benchmarking dei risultati.

Altri strati software ad ogni passaggio

L’ordine arriva finalmente al mercato, direttamente o tramite intermediario e/o circuito. In tutti questi passaggi l’ordine viene spesso trasferito attraverso code che permettono il passaggio tra applicativi diversi, senza che nessuno subisca eventuali ritardi o effetti negativi determinati dalla caduta di uno di essi. Questo però significa che molti passaggi applicativi sono scanditi anche da ulteriori transiti attraverso software che realizzano la funzione di coda dal punto di vista meramente tecnologico.


seguirà.... mercato ed info provider

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