Mercoled' a Torino un convegno sulla Corporate Social Responsibility dal titolo un po' impegnativo "Responsabile Etico Sostenibile - Esiste un business dal volto umano?". presso l'Unione Industriali in via Vela 17 (http://www.clubcomunicazione.it/RES/).
Ne approfitto per una breve riflessione su questo tema...
Non me ne vogliano i gentilissimi Luca e Francesca che mi hanno invitato al convegno (e che ringrazio) ma la risposta alla domanda credo che sia no... ma non intende essere una risposta negativa.
Avere un approccio etico e responsabile per una azienda non è a "costo zero", richiede un impegno economico e progettuale non da poco e certamente, se a un manager è richiesto di portare risultati economici, non è facile chiedergli di ottenerli rispettando codici di comportamento che non sono (solo apparentemente) immediatamente riconducibili ai propri obiettivi professionali.
Mi sono occupato per una azienda per la quale ho lavorato di CSR e posso testimoniare che, se anche delle scelte in questo senso vengono prese, non è facile portare avanti politiche di responsabilità sociale se in tutta l'azienda non matura un differente approccio al lavoro.
Non si tratta di quindi cattiva volontà ma di difficoltà oggettiva.
la forza del mercato
Se invece le aziende che investono in CSR sono premiate dai consumatori allora anche i manager devono (o possono) adeguarsi a questo stile di vita, la Social Responsibility diventa un valore economico più immediatamente percepibile e un fattore di crescita aziendale.
Il potere di chi spende e può fare delle scelte, privilengiando chi si impegna per la crescita sostenibile o in progetti con finalità etiche, è un potere enorme perchè, come ho scritto in precedenza, trasforma un valore enorme ma non facilmente quantificabile in una precisa dimensione economica.
L'ottimizzazione della catena distributiva di un'industria porta alla riduzione delle emissioni di CO2 in questo mondo un po' malconcio e se pure non saremo in grado di misurarne gli enormi benefici per noi, per i nostri figli e nipoti, l'azienda che per questa scelta si vedrà premiata sul mercato sarà incentivata a proseguire su questa strada.
Qualcuno obietterà che questo potrebbe non significare un reale cambiamento nella mentalità di chi fa business ma io credo che da un lato occorra essere pragmatici, la nostra storia è piena di ottime intenzioni e di pessime azioni, per cui ben vengano azioni virtuose, qualunque siano le motivazioni. Guardando il problmea da un altro punto di vista sono certo invece che il ricondurre anche la "Responsabilità" ad un valore più facilmente percepibile da chi si occupa di business alla lunga aiuterà a capire che un approccio di questo tipo non è affatto solo un impegno e un costo e che quindi non c'è giustificazione nel non adottarlo.
E' quindi auspicable che si organizzino incontri di questo tipo per far capire alle persone che il loro modo di comportarsi (negli acquisti) è determinante affinché le aziende imbocchino un ciclo virtuoso.
Il convegno
L'evento è organizzato dal Club Comunicazione d'Impresa dell'Unione Industriali di Torino e nel corso del seminario saranno trattati casi di buone e cattive pratiche aziendali in materia di responsabilità sociale d'impresa. Tra le case-history che verranno presentate, presenti in sala i diretti protagonisti, quelle di IKEA, FIAT, Gruppo Michelin, Bayer e altre aziende in diversi settori. Modererà l'incontro il giornalista Oscar Giannino.
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