Friday, November 7, 2008

La manipolazione dell'informazione passa anche dalla Rete: il caso piazza Navona, gli anticorpi del web ed il costo del'informazione libera.La cronaca

Nei giorni scorsi ho provato ad analizzare i casi di informazione e disinformazione sul web registratisi in occasione degli scontri di piazza Navona, il post era "tecnico", non politico, ovvero mirava a capire se era possibile reperire informazione libera e completa in rete e quale costo umano ciò comportava. Ho pensato di far seguire a quell'analisi la cronaca della mia ricerca per condividerla in dettaglio.


I primi incidenti raccontati in diretta da Curzio Maltese

Sono Partito dall'intervista a Curzio Maltese, giornalista certamente connotabile politicamente, ma ritengo serio e non certamente disponibile a rovinarsi la reputazione raccontando balle evidenti. L'avevo ascoltato in diretta, una delle prime testimonianze ed aveva raccontato di aver visto in azione picchiatori di destra prendersela con dei ragazzini al grido Duce Duce, ignorati dalla polizia. Anzi ribadisce il ruolo della polizia e parla anche di un "capo" sulla cinquantina, certo non uno studente. Singolare che come vedrete in un altro video anche uno degli speaker dell'altra parte sembra un po' più che un ripetente... Maltese parla di cose viste e ci tiene a specificarlo, ma essendo comunque una testimonianza senza supporto di immagini la devo considerare meno credibile perchè non mi permette di valutare direttamente di persona cosa è successo.


Ancor meno devo tenere in considerazione testimonianze varie, che parlano di come alcuni poliziotti parlano del fatto che in piazza Navona stanno arrivando collettivi studenteschi e centri sociali (sinistra) e loro devono andare a "proteggere i nostri" ma aggiungono "non subito". Non voglio negare che i fatti siano veri, ma non essendo testimonianza oggettive e di fonti certe preferisco non prenderle in considerazione


Le testimonianze del Blocco Studentesco

Mi imbatto allora in un video prodotto dal blocco studentesco (destra) . Il video, ripreso dal camioncino da cui parla uno speaker, è girato con una telecamera e mostra con evidenza che mentre il ragazzo manda messaggi pacifici "ne rossi ne neri ma liberi pensieri" arriva nella piazza un gruppo nutrito di ragazzi di sinistra, tenuto a distanza inizialmente da un fragile servizio d'ordine. D'un tratto gli ultimi arrivati caricano, apparentemente senza provocazione. Immagini contenute anche in altri filmati.

C'era stata la provocazione dei pestaggi precedenti di cui parla Maltese?


Il giorno successivo la situazione non è chiara

Chissà, non trovo filmati significativi, le uniche cose che si possono notare sono che, all'arrivo dei centro sociali, immediatamente, quelli del blocco studentesco si armano tutti, con spranghe che erano sul camion, e formano una specie di blocco, come la falange romana. Non sembrano più pacifici studenti, ma sguardo ed aspetto sono di provocazione, la spranga in mano non è rassicurante ed in altri video si sente qualcuno comandare "tenete la linea, tenete la linea" mentre una ragazza urla di non andare via se attaccano, di rimanere li, fino a "nuove direttive". Organizzazione molto precisa che include la telecamera che documenterà l'assalto.

Questo arriva effettivamente dopo un po', con i ragazzi di destra a proteggersi le spalle reciprocamente e gli altri a tirare tavoli e sedie di un vicino bar. La sensazione è che i primi fossero organizzati e preparati mentre gli altri arrivano ad onde, molto più numerosi ma un po' improvvisati.

Fino a qui la cronaca mi diceva che un gruppo di destra protestava con gli altri (testimoniato dal fatto che intorno al camion c'erano tanti studenti) e che all'arrivo di studenti di sinistra questi ultimi erano partiti all'assalto. Quelli del blocco studentesco erano preparati (con spranghe) e avevano un atteggiamento provocatorio, ma nulla che giustificasse l'assalto degli altri. Nessuna immagine dei pestaggi precedenti riferiti da più di uno

Premessa: nessun "assalto" è giustificabile ma è evidente che talvolta esiste una responsabilità di chi provoca affinché si realizzino situazioni di scontro.

In ogni caso dopo alcuni minuti arriva la polizia e quelli di destra si ritraggono, quelli che un minuto prima erano in piedi a sfidare con audacia avversari che erano in numero molto superiore, sono ora a terra come fossero feriti gravi.


Arrivano nuovi contributi: informazione o rumore?

Ma la cronaca si arricchisce, un video montato estrapola alcune immagini e indica un ragazzo con la maglia blu come una sorta di infiltrato della polizia. Alcune osservazioni sono francamente delle forzature, ma rivedendo anche le altre immagini effettivamente questo ragazzo è sempre nei punti caldi, non subisce particolari "attenzioni" dalla polizia quando questa carica, anzi, spesso al cellulare, sembra dare indicazioni e chiacchiera tranquillamente con agenti.


Arriva, a stretto giro, un nuovo video del blocco studentesco, che intervista il ragazzo e lo descrive come uno storico membro. Entrambi i video non dimostrano e non smentiscono nulla, nessuna prova che il ragazzo sia "omogeneo" alla polizia, niente esclude che il ragazzo, facendo parte del gruppo, non abbia contatti organici con la polizia, pur non essendo un agente.

Quindi fino a qui tante informazioni e tante altre tese sopratutto a smontare le affermazioni degli altri, tante notizie ma nessuna informazione e l'amara impressione che ognuno racconti solo un pezzo di verità.

La "copertura" dell'informazione arriva anche agli scontri del mattino

Ma nei giorni successivi i contributi, spontanei e non, si aggiungono, con le immagini dei pestaggi a ragazzi da parte di persone di destra. Ma anche immagini dai TG vengono reperite e questo diventa un aspetto interessante. Questo tipo di contributo, inserito in un panorama più ampio diventa un tassello chiarificatore e, a differenza della televisione, diventa un documento permanentemente disponibile ai più, attraverso la sua pubblicazione su YouTube

Questi pestaggi sembrano avere innescato la reazione del nutrito gruppo di sinistra che arriva in piazza Navona senza che la polizia, sul tragitto, li blocchi o si frapponga tra gli uni e gli altri. In questo caso è una ripresa attraverso cellulare evidentemente.


Anche la televisione diventa informazione "permanente" ed on demand su YouTube

In un ulteriore video, questa volta della trasmissione di Santoro, si sente un poliziotto che controlla i ragazzi di destra fermati, li invita tutti a sdraiarsi, tranne il solito ragazzo dalla maglia blu ed un'altro tra quelli più in vista, con camicia a righe, cui si rivolge direttamente in maniera amichevole con "no tu levati francesco". I due si conoscono?

Piano piano ognuno aggiunge tasselli, televisioni, cittadini e gruppi di opinione, da Beppe Grillo ad Antonio Di Pietro, degli eventi di quel giorno e dei giorni successivi, collegati a quello. Non li riporto tutti, non per rendere "parziale" l'informazione, ma solo perchè vi basterà fare una query
su YouTube per vederli tutti. E questo mi sembra un bel passo in avanti verso la libertà di informazione.


Il costo di tenersi informati

Le ricostruzioni alla fine combaciano e permettono il formarsi di una opinione sulla base di riscontri oggettivi, più interessante per il fine del nostro post osservare come da parte di non professionisti (?) della contro informazione ci sino stati dei tentativi, per lo meno, di rappresentare la realtà in maniera parziale, con ricostruzioni che tendevano a confondere più che a chiarire. l'altra conclusione è che ancora la rete sembra essere dotata di quei necessari antivirus che permettono l'emarginazione di iniziative devianti in favore di una informazione più oggettiva. La domanda è piuttosto quella già emersa nel precedente post, quanto tempo ed energie occorre spendere per analizzare un fatto in maniera cosi attenta?

Quanti avranno questa possibilità. o meglio ancora questa volontà di approfondire?

4 comments:

  1. C’è bisogno di un cambio culturale. Tante fonti di informazione, significa anche doversi assumere l’onere della scelta. Sommersi da tante proposte, come lo siamo in rete, è difficile scegliere. Lo spirito critico e la capacità di analisi e di sintesi deve essere molto fine, la possibilità di sbagliarsi nel dare fiducia ad un determinato canale informativo deve essere sempre tenuta presente. Tanta possibilità di scelta potrebbe creare smarrimento e scoramento. Chi sta in rete da tanto ha già iniziato a cambiare in questo senso e sa di cosa parlo. Ma se non vogliamo un Grande Fratello, questa mi pare l’unica via: rendere tutti potenziali produttori di informazione.

    E aggiungo: rendere tutti capaci di usare queste informazioni.

    Sempre a proposito dell'informazione che noi utenti dovremo presto imparare a trovare e ricucire:

    Autore: Ippolita
    titolo: Luci e Ombre di Google
    http://www.ippolita.net/google
    Futuro e Passato dell’Industria dei Metadati

    Editore: Feltrinelli
    Collana: Nuova Serie Feltrinelli
    Pagine: 176
    Prezzo: Euro 9,5

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  2. grazie del tuo intervento. condivido molte delle cose che dici ed in particolare

    -rendere tutti produttori di informazioni

    -noi dovremo imparare a trovare e ricucire.

    ma la questione di fondo è: quanti hanno risorse culturali e motivazioni per poterlo fare? solo nel 20% delle famiglie si legge un giornale ed allora il web può veramente cambiare qualcosa?

    in questo senso temo che la nebbia banalizzatrice e/o mistificante della televisione avrà ancora la meglio nel gioco dell'informazione.

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  3. Il web c'è da 12 anni. Da 8 circa è relativamente diffuso. Da circa 3 sta diventando motore di iniziative anche nel mondo reale. Sto sparando numeri indicativi, ma fanno capire che il fenomeno è recentissimo e in forte evoluzione.

    Un po' di pazienza e le proporzioni cambieranno.

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  4. di questo sono certo, cosi come sono certo che (ovviamente!!) è meglio che ci sia.

    ma è altrettanto vero che i giornali esistono da centinaia di anni e e ancora oggi sono solo "relativamente" diffusi. Non si compra il Corriere, Repubblica o altro non solo perchè costano, ma soprattutto perchè ritenuti "ostici" tant'è che a milano il 50% delle persone legge in metropolitana, ma i solo giornaletti tipo City, perchè non costano, ma soprattutto (credo) perchè danno notizie brevi, senza approfondimenti e per la maggior parte di cronaca, quindi facili a recepire.

    la difficoltà è questa. spero che il web aiuti la gente ad aumentare la propria curiosità culturale e allora la ricerca di informazione sarà solo una conseguenza.

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