In questo caso non si è trattato di un aumento dei materiali on line, perchè già disponibili da anni sul portale, ma la scelta di portarli sul più grande archivio audiovisivo moderno è certamente un'operazione di contaminazione degna di attenzione, focalizzata sul tentativo di "aprire" ulteriormente il patrimonio culturale a un pubblico meno specializzato.
Analogamente possiamo trovare in rete l'Archivio della Stampa e dell'Unità o gli archivi "per non dimenticare", quello della Camera dei Deputati e tanto altro, tutte preziose fonti di informazione sulla nostra storia recente. In generale oggi assistiamo a un tentativo di condividere queste informazioni con la comunità, utilizzando, non più solo ricchi portali web ma anche strumenti moderni come i Linked Open Data, in controtendenza rispetto a un passato, anche recente, nel quale questa era considerata materia per i soli esperti del settore.
Di seguito ho inserito un articolo ho già pubblicato su regesta.com e che da un senso tangibile a quanto scritto in precedenza, una breve storia del 1969 arricchita da documenti originali tratti da numerose fonti. Da notare l'impegno di uomini dello spettacolo come Petri e Pasolini sui temi politici del tempo.
Il ricordo di Piazza Fontana e del lungo 1969
Da tempo si parla del 12.12.12, giorno in cui avremmo tutti quanti dovuto assistere al realizzarsi un funesto presagio di troppi secoli fa. Un caso mediatico al quale preferiamo una giornata della memoria, quella che riguarda uno degli episodi più bui della nostra vita recente, la bomba di piazza Fontana a Milano, alla Banca Nazionale dell'Agricoltura ricordata in "un minuto di storia" di Gianni Bisiach, reso disponibile dal tg1 su YouTube
Ripercorriamo quindi i principali fatti di quel 1969, partendo principalmente dai documenti visivi conservati nell'Archivio Storico Luce, disponibili da tempo alla consultazione on line. Piazza Fontana è al tempo stesso un apice e un inizio, il culmine della tensione crescente di un caldissimo 1969 e l'incedere delle più dura stagione di terrore, dolore e depistaggi della nostra Repubblica. Morirono 17 persone, di cui tre nei giorni successivi, ma quella striscia di dolore include anche il commissario Calabresi (per il cui omicidio vennero condannati anni dopo i vertici di Lotta Continua) che la notte del 15 dicembre interrogò uno dei primi sospettati, risultato poi innocente, Giuseppe Pinelli, finito giù da una finestra proprio quella notte in questura. Pinelli morì e altre morti sospette seguirono negli anni fino alla strage della questura di via Fatebenefratelli nel 1973, proprio in occasione di una commemorazione del commissario Calabresi.
Il regista Elio Petri realizzò un documentario per raccontare le ipotesi sulla morte di Pinelli in questura, si riconoscono, giovanissimi Gian Maria Volontè, Renzo Montagnani e Luigi Diberti.
Se però la storia successiva, pur non chiara a causa dei depistaggi che l'hanno sepolta, è conosciuta ai più, nella memoria collettiva rimane un po' meno dei fatti del 1969 che l'hanno preceduta e che in qualche modo l' hanno determinata.
In questo filmato dell''Archivio Luce si parla sia del suicidio di Jan Palach (19 gennaio 1962) e della primavera di Praga, così dilaniante per la sinistra italiana, sia dell'elezione del controverso Nixon alla Casa Bianca (unico presidente Usa dimessosi per uno scandalo, il Watergate). In quell'anno Almirante va a dirigere l' MSI-DN. In Grecia c'è una giunta militare, quella dei "colonnelli" e nel crescente clima da guerra fredda l'Italia rappresenta la terra di confine tra i due blocchi, si succedono eventi che nascono dalla contrapposizione giovanile o dal torbido rimestare di molti servizi segreti. La rete Gladio era già attiva dal 1964, ma fu riconosciuta pubblicamente dopo molte reticenze dal Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, solo nell'ottobre del 1990, inoltre la Commissione Stragi ipotizzò la nascita di strutture simili fin dal primo dopoguerra.
Il 27 febbraio, mentre Roma è scossa per le proteste per la visita di Nixon, studenti di destra irrompono nella facoltà di Magistero e nel tentativo di fuga muore uno studente di 23 anni, Domenico Congedo , il 31 marzo si insedia la Commissione Parlamentare che dovrà indagare sul piano Solo del 1964 e sulle schedature SIFAR mentre il 9 aprile a Battipaglia, durante uno sciopero generale, la polizia, intervenendo pesantemente come qualche mese prima ad Avola, carica e spara. Muoiono un ragazzo di 19 anni, Carmine Citro, colpito alla testa e una professoressa, Teresa Ricciardi raggiunta da una pallottola in dotazione alle forze dell'ordine, al terzo piano della propria abitazione.
Il fotografo Elio Caroccia, che compare nel video che segue, viene picchiato dalla polizia mentre riprende gli scontri. Rimarrà colpito per sempre da quell'esperienza. La protesta diventa una vera e propria insurrezione popolare e la polizia deve abbandonare la città. Le indagini successive coinvolgono un centinaio di persone nei fatti della rivolta ma nessuno viene indagato per la morte di Citro e della Ricciardi. Il giornali più conservatori bollano la protesta come eversiva, l'ufficio propaganda del PCI produce un documentario, ripreso e ampliato nel 70, per raccontare il disagio popolare.
Colpisce la composta commozione della sorella di Carmine Citro nel ricordare la morte del fratello, tipografo occupato, in difesa del lavoro dei suoi coetanei meno fortunati.
Alla Camera dei Deputati un commosso presidente dell'assemblea, Sandro Pertini ricorda i morti di Battipaglia ma il dibattito si trasforma in uno scontro tra le tesi del governo, che con il ministro Restivo difende l'operato della polizia, i deputati del centro destra che evocano i fantasmi della rivoluzione e la sinistra che chiede con forza che la polizia non usi più le armi nel corso di manifestazioni di piazza. Presidente del Consiglio è Mariano Rumor, coinvolto (e prosciolto) anni dopo nello scandalo Lockheed, intervengono nel dibattito tra gli altri Almirante, Andreotti, Avolio, Covelli, Ferri, Guarra, Malagodi, Pajetta, Scalfari, Donat Cattin e D'Alema.
Battipaglia è una città atipica del sud, nata solo nel 1929, in ossequio alla politica di ruralizzazione del duce, per popolare la piana del Sele in fase di bonifica. Viene distrutta dai bombardamenti durante lo sbarco alleato nel golfo di Salerno ma conosce un poderoso sviluppo nel dopoguerra. Nel 1969 la ventilata chiusura di molte fabbriche scatena la rabbia popolare.
Battipaglia è lontana dalle tensioni delle metropoli come Roma e Milano e ancora oggi le testimonianze raccontano di una rivolta popolare che allontanò spontaneamente politici, giornalisti e provocatori. Eppure uno scrittore anarchico inglese, Stuart Christie, in un suo saggio sul terrorismo nero, racconta (pag 28) che il giorno prima l'agenzia OP di Pecorelli avrebbe previsto disordini molto seri a Battipaglia (come purtroppo accadde) e annunciato la presenza di numerosi attivisti di Avanguardia Nazionale.
Pecorelli era un giornalista con informazioni di prima mano dei "servizi" e non parlava a caso, ragion per cui era seguito e temuto negli ambienti politici. Per il suo omicidio 10 anni dopo, il 20 marzo 1979 alla Corte di Assise di Perugia ci saranno condanne importanti, come quella del senatore Andreotti, annullate successivamente dalla Corte di Cassazione. La nota di OP potrebbe far pensare che un pezzo della strategia della tensione che ha insanguinato il nostro paese sia passato anche per le strade e le piazze di Battipaglia.
Oggi su Facebook un gruppo raccoglie materiali e informazioni su quelle giornate e questo, a mio avviso, rappresenta un nuovo modo di raccogliere la memoria popolare.
Se nulla è confermato a riguardo di trame oscure è certo però che quei fatti diedero il via a una stagione di manifestazioni, nelle quali forte fu la contrapposizione con la polizia, e di attentati come quelli alla Fiera di Milano, a diverse stazione e treni, con il tragico epilogo di due ragazzi di 22 anni morti il 27 ottobre e il 19 novembre. A Pisa Cesare Pardini viene colpito al petto probabilmente da un candelotto lacrimogeno, a Milano l'agente Antonio Annarumma perde la vita a bordo della sua jeep per un colpo al cranio. Anche in questo caso alla versione ufficiale che parlava di tubi innocenti lanciati dai dimostranti si contrappose una versione che faceva ricadere sull'urto della jeep la causa della morte. Non venne identificato alcun responsabile.
Il 12.12.69 la strage per la quale non esistono colpevoli.
Altri documenti
- Documentario di Lotta Continua, da una idea di Pier Paolo Pasolini (fonte non verificata)
- Articolo di Eugenio Scalfari
- Testimonianza di Fortunato Zinni (La7), dipendente BNL superstite, presente al momento dell'esplosione
- Archivio AAMOD filmato su Pinelli (interviste)
- Il "Cantastorie Italiano" Franco Trincale sui fatti di Battipaglia
No comments:
Post a Comment