Un importante costo sommerso, di difficile valutazione, infatti è proprio la stima del debito di competitività che si sconta, al tempo impiegato dal personale in attività “fisiche”, va sommata la perdita di valore potenziale indotta dalla impossibilità di realizzare alcune tipologie di servizio, nei termini desiderati, o nella percezione di inefficienza da parte della clientela.
Due fattori nuovi sembrano determinare una certo cambiamento, o per lo meno un diverso orientamento, ed il primo è certamente la recente crisi economica. Questa ha spinto big e meno big a lavorare con maggiore intensità nel campo della ricerca di efficienza per migliorare, in particolar modo, il conto economico, messo a dura prova dalle tempesta finanziaria e dalla esplosione degli effetti delle speculazioni degli anni scorsi.
Più chiaro il quadro normativo
Dall’altra parte si va schiarendo il panorama normativo, che in Italia rappresenta spesso, a causa della scarsa reattività all’innovazione ed alla sua complessità intrinseca, un forte ostacolo alla modernizzazione del settore. “Le banche – nel documento si legge la dichiarazione del presidente di ABI Lab, Domenico Santececca – sono uno dei settori produttivi più legati alla carta… ... In questo quadro, le recenti evoluzioni normative introdotte dal Governo con la legge 2/2009, semplificano notevolmente le procedure di digitalizzazione e conservazione aprendo una nuova frontiera alla gestione documentale, con meno carta e più efficienza”.
Solo il 9% dei documenti esaminati da Abilab nasce già in forma digitale e questo 9% fa riferimento soprattutto a quei documenti per i quali non è richiesta la firma del cliente. Di contro i già citati incassi e pagamenti, i più diffusi allo sportello, non sono in genere gestiti in maniera digitalmente integrata e concorrono al grosso della spesa e delle inefficienze.
Come si può affrontare la modernizzazione dei processi che coinvolgono il trattamento della carta?
Sicuramente un approccio incrementale permette di maturare la necessaria esperienza affinché si riduca sempre di più la possibilità di incorrere in errori di valutazione, che possano condurre a perseguire obiettivi che non danno completamente i risultati desiderati. Alcune applicazioni prototipali e la loro verifica sul campo possono offrire la possibilità di progettare e testare un proprio personale approccio all’innovazione nella gestione documentale, con il giusto mix tra innovazione (e quindi capacità di modificare sostanzialmente lo status quo) e conservazione, per evitare che i costi per l’introduzione dei nuovi processi oscurino i risultati ottenuti.
Più in dettaglio un progetto di questo genere richiede:
- Assessment dei sistemi (conoscenza delle tecnologie, censimento, studio delle integrazioni)
- Osservazione dei processi (valutazione delle performance per pertinenza e tempo)
- Individuazione dei processi da efficientare (Concretezza, coinvolgimento, velocita’)
- Definizione scenario progettuale di reingegnerizzazione (accettabilita’, sostenibilita’, progressivita’)
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